Cornacchione e Sgrilli presentano il nuovo partito a Busto tra risate e ironia

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BUSTO ARSIZIO – Piomba sulla scena politica bustocca un nuovo partito: sarà guidato da Antonio Cornacchione e Sergio Sgrilli, che al Teatro Sociale di Busto promettono di offrire una svolta con lo spettacolo “Noi siamo voi. Votatevi!”. Attraverso la comicità, sabato primo febbraio, i due cabarettisti proporranno alle 21 una politica mai vista prima. Nella serata di oggi, venerdì 31 gennaio, Antonio Ornano precederà gli aspiranti statisti con “Non c’è mai pace tra gli ulivi”, monologo in cui analizzerà la società rivelando meccanismi grandi e piccoli della vita.

Alla ricerca di attivisti per creare un partito

L’Italia come sempre è nel caos. Maggioranze di varia natura non sono riuscite a risolvere i problemi endemici del Paese. Secondo Antonio Cornacchione e Sergio Sgrilli gran parte della colpa è dell’elevato numero di partiti politici e per questo propongono una geniale soluzione: fondarne un altro. Anche loro hanno deciso di scendere in campo: del resto nel Paese, negli ultimi anni, comicità e politica sono sempre andate d’accordo e sembra ormai che solo il comico sappia parlare alla pancia degli italiani e possieda il curriculum giusto per governare la nazione. I due nuovi leader, fautori di una politica mai vista prima, hanno quindi deciso di incontrare i loro potenziali elettori nei teatri di tutta Italia.
I cittadini presenti in sala saranno invitati a confrontarsi con gli aspiranti candidati Cornacchione e Sgrilli sui temi d’attualità: ambiente, emigrazione, lavoro, scuola, cultura e sicurezza. «Abbiamo bisogno di attivisti pronti a collaborare con noi per creare un partito – se poi sarà un’associazione, un gruppo solidale, un dopolavoro ferroviario lo capiremo strada facendo – di sostenitori propositivi con cui decidere il simbolo, l’inno, in quale quartiere affittare la sede, quante penne acquistare e, soprattutto, con cui redigere l’atto costitutivo», così arringano i due salvatori della Patria. «Il nostro programma lo fate voi, noi siamo per la gente, con la gente e in mezzo alla gente. Capito gente? Noi siamo uno di voi, anzi due. Noi siamo voi e voi siete noi. Insomma, decidiamo insieme chi siamo!». Questa è la nuova politica.

Non c’è nulla di più divertente dell’ipocrisia

«Perché non c’è mai un momento di tranquillità?», chiede Ornano. E la risposta più plausibile è che tutti, chi più o chi meno, hanno una percezione sfalsata della realtà che li circonda. Il grande paradosso è vivere in un’epoca che offre milioni di opportunità di conoscenza ed essere tuttavia schiavi di un algoritmo che, sulla base delle pagine visitate, propone i contenuti che potrebbero interessare. La tendenza è essere sempre più rinchiusi nelle proprie convinzioni e, quando queste sono basate su ignoranza e pregiudizi, scatta il cortocircuito. Tutti concentrati sul loro ombelico eppure è sempre più difficile inquadrare se stessi, il proprio aspetto estetico, la propria emotività, la sottile differenza tra quello che si è e quello che si vorrebbe essere.
Se è così complesso trovare e accettare la verità, si può almeno provare a riscoprire il valore catartico della sincerità. Non c’è nulla di più divertente della propria ipocrisia: Antonio Ornano prova a squarciarla raccontando tutte le sue schizofrenie, da quelle a bordo campo durante una partita di calcio di suo figlio a quelle alle prese con il ricordo salvifico di una ballerina conosciuta a vent’anni. Parlerà di quanto sia faticoso lasciarsi sopraffare dalle proprie passioni e quanto sia difficile far digerire la musica rock a sua moglie, la ormai mitica Crostatina. Scherzerà sulle difficoltà a rapportarsi con razzismo e bullismo, come comico e, soprattutto, come padre di un bimbo biologico biondo platino e di una bimba di colore adottata in Etiopia.

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