Cadono cornicioni e il degrado avanza: Busto è una città transennata

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BUSTO ARSIZIO – Busto è una città transennata. Capitale del tessile, del cinema, della cultura e anche degli impianti sportivi d’eccellenza, “segreto – dice il sindaco – dei trionfi delle società bustocche”. Da qualche tempo però Busto è anche capitale delle transenne.

Sono tante le zone off limits, transennate, alcune da anni, altre solo da qualche giorno. Sta di fatto che le reti arancioni, i nastri biancorossi tirati, i new jersey in plastica e i cartelli che mettono in guardia sopratutto i pedoni, si sprecano: dalle vecchie carceri al conventino. Senza dimenticare la nuova piazza Vittorio Emanuele dove il fare e disfare è ormai una consuetudine, via Mazzini, la cascina Burattana e via per Lonate, mega cantiere, dove avanzano sia i lavori, sia la data di consegna dell’opera. Insomma transenne in centro e anche in periferia. Situazioni che dimostrano sia la mancanza di risorse per poter operare, sia una programmazione carente sul piano degli interventi pubblici.

Le carceri in gabbia

Da gabbia a ingabbiate. Le vecchie carceri di Busto Arsizio, nel comparto compreso tra Palazzo Cicogna e la piazza Vittorio Emanuele rappresentano ancora un angolo decadente e degradato. L’idea di recuperarle c’è: potrebbero diventare spazi destinati alla cultura e così integrarsi alla perfezione con la vicina biblioteca e gli spazi espositivi delle civiche raccolte. Quel che non si sa è il quando, legato a questioni di risorse economiche necessarie, che al momento non ci sono. Insomma per ora di certo ci sono solo le transenne, disseminate lungo quasi l’intero perimetro delle vecchie carceri.

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E’ il più vecchio e si vede

La casa Canavesi – Bossi, più conosciuta come il Conventino è uno degli edifici più antichi della città. Quello che viene considerato uno dei gioielli architettonici bustocchi, anche se al momento, passando per via Matteotti, appare quasi come un rudere che è lì lì per crollare, era inserito nel progetto di realizzazione della nuova piazza Vittorio Emanuele. Il primo obiettivo era intervenire per arrestare il degrado. Ma per il momento, anche questo parte di città, resta transennata.

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Piovono pietre

In un film di Ken Loach piovevano pietre. A Busto, dal cielo, cadono cornicioni. Come accaduto in via Mazzini venerdì 22 marzo. E dell’episodio, lungo il marciapiede che fa da angolo con via Ugo Foscolo, è spuntata una transenna di protezione, che impedisce ai pedoni di passare. Solo qualche settima prima è accaduto qualcosa di simile, anche se di minor impatto, in via Milano.

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Quasi come il duomo di Milano

Non ci sono statute, ma solo un calco bronzeo donato dal gruppo Savoia in occasione dell’inaugurazione. E non ci sono nemmeno i marmi di Candoglia. Eppure c’è chi ha già definito la piazza Vittorio Emanuele il “Duomo di Busto”, perché non è mai finita. Insomma nella piazza del principe a regnare sovrani sono i lavori. E le transenne. Dopo quelle messe per impedire i parcheggi, in questi giorni ne sono state posizionate altre per sistemare il verde e piantumare nuovi alberi. Si continua a lavorare anche per sistemare le fontane, nate con qualche difetto che, a quanto pare non è di così semplice risoluzione.

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Salto ad ostacoli all’Assb

Anche la sede dell’Associazione delle società sportive è “cinturata” da mesi. Una schiera di transenne che tiene lontani i pedoni dal marciapiede. La casa delle società bustocche attende da tempo una serie di interventi. Il Comune in passato ha già effettuato anche alcuni sopralluoghi, ma al momento l’unico intervento tangibile restano le barriere di protezione.

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Degrado e silenzio

I rumori della città e del trafficato viale Boccaccio quasi non si sentono. E nel silenzio generale il degrado della cascina Burattana avanza. Lentamente e inesorabilmente. Il sindaco Emanuele Antonelli ha già detto senza giri di parole che gli interventi su questo edificio al momento non sono stati nemmeno ipotizzati.

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Transenne di periferia

Si continua a lavorare lungo via per Lonate dove non mancano macchine, operai al lavoro e transenne. Lungo tutto l’ultimo tratto, aperto al traffico su un’unica corsia, quella che entra verso la città. Tra quelli aperti dall’amministrazione Antonelli, questo è certamente uno dei cantieri più grandi e importanti. La cui fine però, annunciata più volte, non è ancora così vicina. Dopo aver completato i lavori dell’ultimo tratto, infatti, tutta la strada che da Busto porta a Lonate dovrà essere riasfaltata con il manto di catrame definitivo.

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