E se non c’è un supermercato nel mio Comune? Ecco come fare

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Immagine di repertorio

VARESE – Con il nuovo Dpcm, da ieri 22 marzo sono vietati gli spostamenti fuori dal proprio Comune. E se devo fare la spesa? E’la domanda che in provincia di Varese si stanno ponendo gli abitanti di tanti piccoli paesi, ma anche di città da 15mila abitanti – come Cardano al Campo – in cui non esiste nemmeno un supermercato. Da ore i sindaci sono al lavoro per capire come sopperire al vuoto normativo.

Spostamento necessario

Su richiesta di alcuni amministratori locali, in provincia di Milano la prefettura ha spiegato che «gli approvvigionamenti di beni di prima necessità sono considerati indispensabili, pertanto, se nel proprio Comune non sono disponibili si deve ritenere necessitato lo spostamento nei Comuni limitrofi». La stessa interpretazione sta diventando maggioritaria anche in provincia di Varese. Scrive il Comune di Albizzate: «La Prefettura di Milano, essendo quella del capoluogo di regione, è l’ufficio di riferimento di quella di Varese». Entra nel dettaglio il sindaco di Casorate Sempione, Dimitri Cassani: «Con riferimento al nuovo Dpcm del 22/03/2020 ed all’Ordinanza di Regione Lombardia numero 515 del 22/03/2020, si conferma che gli spostamenti al di fuori del proprio Comune di residenza, sono consentiti per approvvigionamento, in quanto trattasi di necessità». Cassani raccomanda «di portare con sé l’autocertificazione, di recarsi nel Comune più vicino a noi con presenza di supermercati (nel caso specifico Somma o Gallarate, ndr), una sola persona per famiglia e una sola volta a settimana».

Se ci sono piccoli alimentari

Appare comunque complicato capire come muoversi nella cosiddetta zona grigia, ovvero in Comuni in cui non ci sono supermercati ma sono comunque presenti strutture di vendita medio-piccole. E’il caso, per esempio di Cardano (dove c’è un Carrefour Market e una Crai), ma anche di Golasecca e Arsago, paesi in cui gli abitanti sono abituati da sempre a spostarsi fuori Comune. In base al nuovo Dpcm sono obbligati a fare la spesa nel negozietto sottocasa? In questi casi le singole amministrazioni si stanno muovendo emanando FAQ che naturalmente hanno un valore limitato al proprio territorio di competenza. La tendenza generale è comunque quella di consentire la spesa nel Comune confinante più vicino qualora il proprio non disponga di una struttura di vendita sufficiente a raccogliere il bisogno dell’intera popolazione. Lo stesso vale per altri servizi necessari come la banca o la stazione di rifornimento carburante. Spiega il sindaco di Arsago Seprio Fabio Montagnoli dopo aver preso contatti con le forze dell’ordine: «Naturalmente lo spostamento è consentito solamente nei Comuni limitrofi».

Il chiarimento del governo

Nel corso della giornata è arrivato anche il chiarimento ufficiale da parte del governo. Che specifica: «Non è obbligatorio fare la spesa nel proprio Comune di residenza, ma si deve fare la spesa nel posto più vicino possibile a casa o, per chi non lavora a casa, al luogo di lavoro. La spesa è fatta di regola nel proprio Comune, dal momento che questo dovrebbe garantire la riduzione degli spostamenti al minimo indispensabile. Qualora sia necessario acquistare con urgenza un bene non reperibile nel Comune di residenza o domicilio, o, ancora, il punto vendita più vicino a casa propria si trovi effettivamente nel Comune limitrofo, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti, che dovranno essere autocertificati».
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