Con la polmonite muoiono 37 persone al giorno. Ma l’Italia non si ferma

mifranti longhin europa

Non ho la pretesa di insegnare nulla, ma la situazione che sto vivendo da imprenditore è davvero drammatica e non potrà che peggiorare. Non posso fare nulla se non sperare che queste righe possano contribuire a rasserenare e tranquillizzare. Un punto di vista di un imprenditore e padre supportato da dati statistici che ho letto, capito ed ora cerco di divulgare. Perché bisognerebbe informarsi evitando Facebook, ascoltare punti di vista diversi ma solo da persone a conoscenza del problema, usare meno mascherine, o almeno usare quelle corrette. Tutti…io per primo e a seguire politici e vip o influencer vari. Bisogna sdrammatizzare da subito una situazione che metterà in ginocchio l’economia lombarda e, di conseguenza, quella italiana in modo definitivo, categorico, irreversibile e questo solo per un’errata comunicazione e il solito atteggiamento italiota da “schieramento calcistico” dove la colpa è sempre della sfortuna, dell’avversario o dell’arbitro e mai perché si hanno i piedi a banana. Non sottovalutare o nascondere il problema ma capirlo e affrontarlo per quello che è: non una pandemia. Non nascondere i dati e i contagiati ma divulgare in modo corretto l’informazione. Perché se dico “già 100 casi di coronavirus” sto dicendo che il virus è più veloce del previsto; se dico “solo 100 casi” sto dicendo il contrario. L’ansia non nasce dai numeri ma dagli avverbi. Ho invece letto di anatemi lanciati da sindaci che parlavano di migliaia di morti, perché si è in campagna elettorale. Ho visto provvedimenti a tempo, come se il virus uscisse di casa solo in certi orari. Ho visto vietare funerali ma lasciare aperti supermercati e ristoranti. Ho sentito politici prendere le difese di uno o dell’altro e scatenare centinaia di commenti della pletora di leccaioli. Ho sentito virologi, medici, infermieri e poi tutti i loro gradi di parentela come cugini, fratelli, zii che ne sapevano quanto e forse più dei loro familiari. Mai imprenditori. Mi è stato detto “prima c’è la salute e il sociale e poi il denaro”. Allora vediamo quale è il problema di salute che merita il sacrificio del 40% del PIL italiano, di centinaia di migliaia di aziende, di milioni di persone citando alcuni dati riportati su Repubblica da Riccardo Luna:

Di tutti coloro che muoiono in Italia (650 mila persone l’anno) uno su mille muore di influenza. I morti di influenza sono quasi due al giorno. Immaginate un titolo: altri due morti! Ogni giorno. Quel numero è una media che come molte medie distorce la realtà: le morti di influenza avvengono nel giro di quattro mesi e quindi fra novembre e febbraio ogni giorno di influenza muoiono almeno 5 persone al giorno. Va tenuto conto del fattore età: il 95 per cento dei morti di influenza ha più di 65 anni; il 77 per cento più di 80. Gli altri, guariscono. Quanti? La settimana scorsa gli italiani a letto per l’influenza erano 656 mila, il che porta a 5 milioni 632 mila i casi di influenza quest’anno. Siamo quasi a un italiano su dieci influenzati. Quelli nel panico da coronavirus, hanno fatto il vaccino? O siete fra quelli che dicono che i vaccini non servono? Si dirà: ma il coronavirus è una forma influenzale che può diventare polmonite nel 20 per cento dei casi: vero, con la polmonite muoiono, in media, 37 persone al giorno. Ogni anno, ma l’Italia non si ferma.

I dati offrono altri spunti interessanti: la principale causa di morte in assoluto sono le malattie del sistema cardiocircolatorio: 638 persone ogni giorno. Abbiamo controllato colesterolo o trigliceridi? Cambiato dieta? La seconda i tumori (483 al giorno): fatto la prevenzione? O una donazione a qualche centro di ricerca? Più di 10 persone muoiono ogni giorno in incidenti stradali: qualcuno per caso vuole fermare la circolazione? I dati sono implacabili, ma il non saperli leggere è ancora peggio.

Giuseppe Longhin

coronavirus economia in ginocchio – MALPENSA24