Covid, il primario dell’ospedale di Busto: «Giovani vaccinati non ne vediamo più»

BUSTO ARSIZIO – «Un anno fa, il 29 ottobre, c’erano 181 ricoverati nei tre ospedali Covid di Asst Valle Olona, oggi sono 10, tutti a Busto. E giovani vaccinati non ne vediamo più». Parole di Fabio Franzetti, primario di infettivologia dell’ospedale di Busto Arsizio, nel corso del convegno organizzato dall’Avis di Borsano sul Covid. Un’occasione per tracciare una sorta di “bilancio” di un anno e mezzo di pandemia (oltre 4800 ricoverati in tutto negli ospedali di Asst Valle Olona) e per sfatare i dubbi che ancora circolano sull’efficacia della campagna vaccinale. «Il futuro che ci aspetta? – la conclusione del primario – vaccini, farmaci e comportamenti».

Il convegno a Borsano

In sala Betania, messa a disposizione dal parroco don Francesco per rispettare i distanziamenti, torna l’annuale appuntamento con il convegno dell’Avis di Borsano, alla sua 19esima edizione dopo lo stop imposto dalla pandemia nel 2020. «Era necessario ripartire – ricorda nell’introduzione Alessandro Barbaglia – e bisognava parlare del Covid, che ha fatto male alla nostra comunità e lasciato delle sedie vuote in questa sala. Un problema presente ancora adesso e che lo sarà anche nel futuro». Presenti nelle prime file Luca Basile, presidente provinciale dell’associazione dei donatori del sangue, e Giuseppe Bianchi, presidente di Avis Busto e Valle Olona, la serata è stata condotta dal consigliere e storico rappresentante della sezione di Borsano Luigi Pinciroli, che dopo il sentito e doveroso minuto di raccoglimento in memoria dell’ex presidente Pietro Secondin, recentemente scomparso, ha aperto le relazioni dei due ospiti, il primario Fabio Franzetti e l’ex presidente provinciale di Avis Vincenzo Saturni, ematologo.

Lo stato dell’arte del Covid

La relazione del dottor Franzetti ha ripercorso la vicenda della pandemia dalle origini alle prospettive future. In un anno e mezzo, da febbraio 2020, nell’Asst Valle Olona (che comprende gli ospedali Covid di Busto Arsizio, Gallarate e Saronno, più Somma Lombardo) ci sono stati «in tutto 4800 ricoveri, con un picco di 360 ricoverati – i dati snocciolati dal primario – un anno fa, il 29 ottobre, erano 181, oggi sono 10. O meglio, erano 10 stamattina perché uno è morto, e uno, non vaccinato più o meno mio coetaneo, è finito in rianimazione, segno che non è per niente da sottovalutare». Franzetti rivela che «i ricoverati oggi tendono ad essere circa metà e metà, tra vaccinati e non, con una lieve prevalenza di non vaccinati, anche se ora riemergono gli anziani con patologie. Ma se i vaccinati sono in rapporto di 9 a 1 rispetto ai non vaccinati, e i ricoverati sono metà e metà è evidente che il rischio per i non vaccinati è 5 volte tanto. E da noi i giovani non vaccinati non li vediamo». E in questo anno e mezzo, nell’Asst, si è registrata «una mortalità nei tre ospedali di circa una persona su 5, rispetto a quella complessiva che si aggira attorno all’1-2%. Questo perché negli ospedali arrivano solo i casi gravi».

Sì vax

Il primario si sofferma sulla questione delle vaccinazioni, ammettendo che «è materia delicata, su cui i chiarimenti sono doverosi. Ma anche se le cure che somministriamo oggi sono diverse da quelle dell’inizio della pandemia, siamo ben lontani da una terapia e ci vuole qualcosa che prevenga il virus». Qualche risposta alle domande la dà lui alla platea di Borsano: «I vaccini contro i Coronavirus si studiano dai tempi della SARS – spiega per confutare il dubbio sull’eccessiva rapidità nello “sfornare” i sieri anti-Covid – non erano stati prodotti perché la Sars si era esaurita, ma la strada era spianata, e andavano solo “settati” su un nuovo virus». E ancora: «Lo studio sul vaccino Pfizer-Biontech ha coinvolto 43mila persone contro i 300 dell’ultimo antibiotico entrato in commercio». Anche i dati, da quelli sui contagi tra gli operatori sanitari alla curva dell’età media quando è iniziata la protezione degli anziani, mostrano che «il vaccino sul ceppo “selvaggio” del virus funziona alla stragrande». Quanto dura? «La tenuta mediamente è di sei mesi». E la terza dose? «In Israele il rischio di sviluppare infezione o malattia grave senza la terza dose è 11 volte o 20 volte maggiore.
Probabilmente il vaccino annuale è lo scenario del futuro, come per l’antinfluenzale».

Ricoveri Covid stabili: in Asst Valle Olona 14, tutti a Busto. Un anno fa erano 117

busto arsizio covid franzetti avis – MALPENSA24