Da Gorla Maggiore alla Dakar. L’avventura di Stigliano in moto nel deserto saudita

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GORLA MAGGIOREGiovanni Stigliano era solo un ragazzino quando ha preso in mano la moto per la prima volta. «Ma da quel giorno non l’ho più lasciata, e sono cresciuto a pane e fuoristrada», dice Stigliano. Che, rally dopo rally, è arrivato a conquistarsi il podio in importanti gare in nord Africa ed Europa. Fino a quando, lo scorso 30 settembre, non ha ricevuto la lettera che sognava da tutta la vita: un invito a partecipare alla Dakar 2021. Il più famoso rally automobilistico e motociclistico al mondo.

Il sogno di una vita

Giovanni Stigliano, è un impiegato di 47 anni, originario di Busto Arsizio, ma trapiantato a Gorla Maggiore, dove vive con la moglie e la figlia. Nonostante il lavoro, la famiglia e le preoccupazioni quotidiane, però, Giovanni nutre da sempre un sogno nel cassetto: partecipare alla Dakar. Una competizione talmente prestigiosa che solo chi riceve un invito può parteciparvi. «Cinque anni fa sono stato rifiutato – racconta – ed è stata una vera batosta. Da quel giorno, però, non mi sono arreso e ho lavorato, tanto, per vincere una serie di tappe europee e qualificarmi alla Dakar. E quando ho ricevuto la lettera. Non ci potevo credere. Era un sogno realizzato».

Un pilota, 9 mila chilometri

E così, da Gorla Maggiore, Stigliano si prepara a raggiungere Gedda, in Arabia Saudita, dove dal 3 al 15 gennaio 2021 si svolgerà la gara, famosa in tutto il mondo soprattutto per la sua difficoltà. I concorrenti, infatti, dovranno percorrere 9 mila chilometri di deserto in due settimane, con un solo giorno di riposo. «Quello che però contraddistingue questo rally è che, oltre a dover andare veloce, bisogna anche orientarsi». Non ci saranno infatti gps a disposizione, ma solo un foglio con una mappa, che i motociclisti dovranno seguire, in mezzo al deserto saudita.

Una rivincita su due ruote

E, per non farsi mancare nulla, si corre in solitario. «Ciò significa che dovremo arrangiarci noi con l’assistenza alla moto. Perciò alla sera, prima di coricarci in tenda tra le dune, dovremo aggiustare i possibili guasti della nostra fedele compagna», spiega Stigliano. Che, a qualche mese dalla partenza, inizia a sentire il brivido dell’avventura. «Sarà difficile – ammette – ma mi sento fisicamente e mentalmente pronto. Anche perché questa gara rappresenta una vera rivincita per me e soprattutto per gli innumerevoli sforzi e sacrifici che ho fatto in questi anni».

Ma servono le risorse

La Dakar, infatti, è tutt’altro che accessibile a chi non ha ampie possibilità economiche. La sola iscrizione costa 15 mila euro, ai quali bisogna aggiungere i 25 mila euro per la moto e altri 12 mila tra materiali di consumo e ricambi. Insomma, un vero investimento. «Fortunatamente sono supportato da alcuni sponsor, ma ne stiamo cercando anche altri».

Pronto per realizzare il mio sogno

Ogni anno, solo la metà dei concorrenti riesce effettivamente a concludere il rally, e per Stigliano, che ha deciso di partecipare alla categoria più difficile, quella delle malles moto, non ci saranno aiuti di nessun tipo. «Saremo solo io e la mia bici, tra le dune del deserto. Ma io ci credo e, ora che ho afferrato il mio sogno, l’obiettivo è arrivare fino in fondo».

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