Dal cantiere di Varese 2.0 alle critiche di Azione: prove tecniche di terzo polo

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VARESE – Sono in mezzo al guado o stanno percorrendo una strada differente rispetto ai percorsi politici cittadini che vanno delineandosi? Dipende dai punti di vista. Stiamo parlando di Varese 2.0 e Azione. Nel primo caso si tratta della lista civica guidata dal vicesindaco Daniele Zanzi, che non ha ancora ufficializzato quale posizione prenderà al prossimo giro elettorale, mentre nel secondo, ovvero il partito di Carlo Calenda, sembra che l’imperativo del momento sia di tenere le mani slegate con licenza di critica, a volte pungente, nei confronti dell’amministrazione in carica a palazzo Estense.

Quante terze vie ci sono?

Da tempo a Varese si parla di una terza via. Alternativa alle corazzate di centrodestra e centrosinistra in campo e che si vanno sempre più delineando. Una strada “altra”, piuttosto affollata. Non si sa quanto in termine di consensi, ma sicuramente di bandiere e di sigle. Tra queste c’è certamente Varese 2.0, il caso più eclatante se si pensa che la formazione civica, dopo aver giocato un ruolo importante nel successo di Davide Galimberti e nell’azione amministrativa, ha impostato da tempo una rotta se non di allontanamento sicuramente di distinguo rispetto all’intera maggioranza di governo. Imponendo di volta in volta una serie di fughe in avanti, senza però mai strappare in maniera definitiva.

Tanto che c’è chi sostiene che “gira e rigira alla fine Varese 2.0 dovrà rientrare nella metà di campo del centrosinistra“. Ma la risposta contenuta in una nota ufficiale del gruppo civica va invece in un’altra direzione. «Oggi, apriamo ufficialmente il Cantiere Civico Varesino – si legge nella nota di Varese 2.0 – uno spazio virtuale e, in qualche circostanza speriamo anche fisico, dove, nei prossimi 2 mesi, avvieremo un confronto aperto e franco insieme a tutti coloro che faticano a riconoscersi negli attuali schieramenti, ma soprattutto, hanno a cuore la partecipazione attiva nei processi e nelle modalità decisionali. L’obiettivo? Costruire e rendere nota la nostra visione della città. Solo dopo questo periodo di tempo, sarà chiaro il percorso che potremo intraprendere, non necessariamente nella forma politica che molti da mesi si aspettano».

Sulla stessa via, intesa come strada alternativa agli schemi politici cristallizzati, c’è anche Azione. Il partito di Calenda, che si sta strutturando in tutta la provincia di Varese, in questa fase non ha una linea unitaria provinciale. A Varese però la posizione, almeno per ora, è piuttosto critica nei confronti di chi ha in mano le redini di Palazzo Estense. Lo si evince anche dal dibattito politico sulle possibili future alleanze. In particolare, davanti alla concreta possibilità di un accordo tra Pd e Cinque stelle, il portavoce varesino di Azione, Carlo Alberto Coletto, ha speso parole piuttosto dure: «Galimberti ha svelato le sue carte: l’alleanza con i 5 stelle è diventata istituzionale, anche a livello locale. Azione, come ha sempre sostenuto, non farà alleanze né con i populisti né con i sovranisti. Abbiamo avuto prova del credo politico di queste forze negli ultimi due anni, in cui le ideologie di questi movimenti hanno depauperato l’Italia, soprattutto moralmente. Come possiamo pensare ad un Governo cittadino con una gamba che sostiene l’ideologia dell’uno vale uno?». E rilancia il progetto di un terzo polo, in solitaria «o con chi condividerà questi principi alle prossime elezioni amministrative».

Concetti ribaditi anche dal coordinatore provinciale Andrea di Salvo «Varese ha bisogno di una politica che sappia individuare un orizzonte e mettere in campo le competenze migliori per raggiungerlo. Non ci si può accontentare. Abbiamo criticato sempre con cognizione di causa il rischio di questa alleanza. Non possiamo arrenderci e pensare che la politica sia appaltata a sovranisti o populisti. Azione si sta impegnando con tutti gli amici di Varese e provincia per consegnare questo orizzonte. Riformisti, liberali e sociali. Azione c’è ancora di più».

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