Adolescenti e dark web, il romanzo di Sara Magnoli inaugura l’estate di BA Cultura

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BUSTO ARSIZIO – «Da ragazzi ci si sente immortali. Ma gli adulti sanno che il lupo cattivo spara nel mucchio». È stato “Dark Web”, romanzo per ragazzi incentrato sui pericoli che si annidano in Rete, a inaugurare nella serata di ieri, venerdì 19 giugno, la rassegna “BA Cultura per l’estate”. Nel giardino esterno della biblioteca comunale l’autrice e giornalista Sara Magnoli, introdotta da Manuela Maffioli, vicesindaco di Busto Arsizio, ha dialogato con la blogger Stefania Visentini approfondendo i particolari dell’opera.

Il senso della scoperta

Protagonista di “Dark Web” è Eva, quattordicenne che sogna di diventare influencer di moda ma, cadendo nelle rete di lusinghe e ricatti tesa da un “uomo nero” incontrato in internet, arriverà a tentare il suicidio. «Si tratta di un argomento che, al di là dell’avere due figli adolescenti e nativi digitali, mi interessava molto», ha raccontato Magnoli. «I dati mostrano che, a partire dalle scuole medie, una percentuale sempre più alta di ragazzi passa le ore notturne a navigare in Rete. Succede perché sono curiosi, è il senso della scoperta». In questi mesi la didattica a distanza ha mostrato come il mezzo informatico non sia il male; è però la mancanza di consapevolezza a far finire in trappola. «I rischi c’erano anche prima ma non erano così globalizzati. Nei primi giorni del lockdown le denunce per tentativi di adescamento di minori in Rete sono aumentate del 46%».

I predatori giocano sulle fragilità

Alla domanda di Visentini su quale possa essere un punto di contatto tra genitori e figli, Magnoli ha risposto che deve nascere dall’unione del senso del pericolo dei primi con la capacità digitale dei secondi. «Dobbiamo provare ad avvicinarci al loro mondo e a ricordarci come eravamo alla loro età. Alla fine le paure e i desideri sono gli stessi che avevamo noi, ma ora sono amplificati dagli strumenti che hanno a disposizione». E i predatori online, che cercano di carpire più informazioni possibili, giocano sulle fragilità diventare come l’unico punto di riferimento. Per descrivere le loro tecniche Magnoli si è avvalsa della consulenza di specialisti impegnati nella lotta a questo fenomeno: forze dell’ordine, magistrati, informatici e psicologi, omaggiati nei nomi dei protagonisti. Una speranza viene anche dalle persone che, come il tassista o l’autista di autobus nel libro, non girano la testa dall’altra parte: «Penso che siano molte di più di quelle che vanno avanti noncuranti. Noi adulti non siamo tutti così superficiali».

Il terzo libro della trilogia del “Se”

Apparentemente vicine nel mondo telematico, le vicende narrate sono in realtà separate da grandi distanze: le indagini vengono svolte in una località del Nord, invece la città dove vive Eva si affaccia sul mare. Il suo nome è stato intenzionalmente omesso, «cosicché la storia potesse toccare, unendola, un po’ tutta l’Italia». Magnoli ha riservato un’attenzione speciale a Busto, luogo dove ha ambientato il romanzo “Se il freddo fa rumore”, non solo lodando, all’inizio della serata, il pubblico accorso: «Nonostante tutto il virus non è stato ancora sconfitto: è un atto di coraggio essere presenti qui oggi, nel giorno del mio compleanno e nella città dove sono nata, che già mi ha ospitata per le presentazioni degli altri miei libri». Ma anche lasciando una sorpresa per il finale: «Tra settembre e ottobre uscirà il terzo libro della trilogia del “Se”, che verrà pubblicato da Bacchilega nella collana Zero. Il titolo è ancora provvisorio; questa volta la storia si sposterà a San Benedetto del Tronto».

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A Busto la cultura torna dal vivo con BA Cultura per l’estate. Occasione per la città

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