Daverio, il sindaco risponde a Tognola sull’olmo. «Pericoloso per i cittadini»

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DAVERIO – «L’olmo rappresenta un pericolo per la sicurezza dei cittadini e lo stato di degrado della pianta è stato anche dovuto all’asfaltatura dell’amministrazione Tognola». Così l’amministrazione Martino di Daverio risponde alle accuse della minoranza sul taglio della pianta nel parcheggio di via Primo Maggio. 

Abbiamo condotto analisi approfondite

La scorso settimana l’ex sindaco di Daverio, ora tra i banchi dell’opposizione, Alberto Tognola, aveva fortemente criticato la maggioranza per la decisione di abbattere un olmo in via Primo Maggio. Un fatto che aveva definito « un danno irreparabile per la cittadinanza». La risposta non tarda ad arrivare. Sono infatti la giunta e il sindaco Franco Martino a rispondere alle accuse.

«Abbiamo dato incarico per un secondo studio a un tecnico qualificato e di provata esperienza», assicura il primo cittadino. «Il risultato dello studio, che è pubblicato sull’albo pretorio. Sull’olmo in questione è stata svolta una tomografia sonica dettagliata con 10 sensori standard più altri 10 sensori “muti” le cui risultanze, in allegato, restituiscono una zona degradata pari al 28%, con un fattore di sicurezza per la propensione al cedimento da frattura al colletto pari al 1510%, ben superiore al fattore di sicurezza da ritenersi accettabile e fatto pari al 150%».

L’olmo è a fine vita

E’ quindi chiaro che la sicurezza è la preoccupazione centrale della giunta. «La pianta presentava una ridotta vitalità dell’apparato fogliare e la potatura del 60% circa non ha portato ad alcun miglioramento, quindi si può ritenere sia a fine vita. Come amministrazione abbiamo la responsabilità di garantire anzitutto la sicurezza del sito, dei suoi frequentatori e dei mezzi che ci sostano. Da qui la decisione, presa a malincuore, di procedere all’abbattimento».

Per colpa dell’asfaltatura Tognola

Dalle analisi, però, è anche emerso che una delle probabili cause di aggravio del degrado della pianta è l’asfaltatura del parcheggio. «Un’opera fortemente voluta dall’allora amministrazione Tognola che ha forse contribuito al determinarsi della attuale criticità. Inoltre, non si capisce come mai a quella data non fosse evidente la asserita importanza dell’albero e non fossero comunque state definite delle cautele o dei rimedi per garantirne la salute e la persistenza in vita».

Dall’altro lato, l’amministrazione Martino condivide la preoccupazione per la ricchezza culturale ed ambientale del territorio. «Le piante insane sono fonti di problemi e danni in tutto il paese, a volte anche di vittime. Quindi la nostra decisione è ben motivata e speriamo che i cittadini se ne rendano conto».

Ricorderemo il picaprè

Infine, la giunta assicura di aver dato mandato di provvedere alla ripiantumazione il prima possibile, per sostituire le piante eliminate. «Nel caso dell’olmo, una nuova pianta può raggiungere circa 12 metri in dieci anni.  Riteniamo che per il compianto “picaprè” citato da Tognola, si troverà il modo di ricordare altrimenti, a tutela della memoria storica ed ambientale».

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