Varese, raddoppio del forno crematorio di Giubiano: si attende ok di Regione

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VARESE – Il forno crematorio del cimitero di Giubiano potrebbe presto raddoppiare. Il condizionale è d’obbligo, perché siamo solo all’istanza per la verifica preventiva che Palazzo Estense ha presentato a Regione Lombardia. Tra i documenti che il Comune ha inviato a Milano, però, c’è anche la data probabile di entrata in esercizio delle due nuove linee: 1 gennaio 2023. Un’espansione legata da un lato alla sempre più frequente scelta dei cittadini varesini e lombardi (i dati su cui si basa la richiesta arrivano al 31 dicembre 2019), dall’altro a quanto accaduto nell’ultimo anno con l’emergenza coronavirus.

A mettere nero su bianco l’incidenza della pandemia è proprio la giunta: «L’esperienza maturata in questo periodo emergenziale – si legge nel testo della delibera – ha permesso di constatare che i dati relativi alla potenzialità degli impianti, quanto al numero di cremazioni per anno, sono tali in linea teorica». E questo «data la necessità, nei casi di uso a pieno regime, di incrementare gli interventi manutentivi e le conseguenti sospensioni tecniche nel funzionamento degli apparati». In pratica i due forni attuali non sono sufficienti, perché se si considera che nei giorni peggiori della pandemia si riuscivano a completare, lavorando senza sosta, ventiquattro cremazioni al giorno e che i «giorni di lavoro all’anno»indicati nello studio di Palazzo Estense sono 313, l’ipotetico totale farebbe 7.512. Un numero ben oltre il massimo di 5.000 cremazioni annue autorizzate per Giubiano e poco superiore alle 7.337 richieste che lo stesso studio prevede per il 2024 in uno «scenario lineare» dell’espansione delle necessità. La capacità diventa però nettamente insufficiente se si considera lo «scenario esponenziale», che tra quattro anni porta l’asticella in alto fino a 11.201 domande.

La situazione attuale e i possibili sviluppi

L’istanza di Palazzo Estense arriva dopo che la Regione, lo scorso 30 ottobre, ha pubblicato un avviso per lo sviluppo della rete degli impianti. Obiettivo assicurare al territorio «un numero di cremazioni annuo compreso tra le 10mila e le 18mila, corrispondente in via teorica a 9-15 linee aggiuntive rispetto a quelle attualmente attive». Il totale è ora di 23 linee in undici impianti (in provincia di Varese, oltre a quello del Cimitero monumentale del capoluogo, è presente anche quello di Busto). Altro snodo è che la Regione definisce «prioritario» il potenziamento delle strutture esistenti rispetto alla realizzazione di nuovi centri.

Se a Milano dovesse scattare il semaforo verde al piano, a quel punto l’esito positivo della verifica avrà validità per un anno; termine entro cui dovranno essere depositate le richieste per le autorizzazioni ambientali e quelle per le emissioni in atmosfera. Nulla vieta però di far decorrere il tempo senza avviare il processo, anche perché fin qui non c’è stato alcun impegno economico. Nel piano presentato da Palazzo Estense, comunque, non c’è solo la possibile data di accensione, ma ci sono anche le piantine con il posizionamento delle nuove linee all’interno del già esistente tempio. Insomma, se da Milano arrivasse l’ok, tutto propende per la costruzione.

Come saranno i due nuovi forni

Le linee saranno alimentate a gas naturale e saranno in grado di completare 5.000 cremazioni aggiuntive ogni anno. Questo senza stressare l’impianto e lavorando su due turni giornalieri, per un totale di 16 operazioni ogni ventiquattr’ore e per 313 giorni annui. Un terzo turno sarebbe comunque possibile e, in quel caso, il totale giornaliero salirebbe fino a 24, come è stato per le due linee già attive in piena pandemia. La capacità del tempio di Giubiano, di fatto, raddoppierebbe.

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