I dem: «Antonelli al capolinea in Provincia. I sindaci gli voltano le spalle»

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VARESE – In ballo c’è il Bilancio. Ma ieri, giovedì 9 maggio, per la quarta volta l’Assemblea dei sindaci a Villa Recalcati è andata a vuoto: niente numero legale. «Mai successo prima», dicono i Civici e Democratici. Che aggiungono: «Il bilancio di previsione dell’ente passa senza il parere dei sindaci. Insomma l’amministrazione Antonelli è tecnicamente finita».

Non c’è due senza tre e la quarta…

Ieri sera per la quarta volta consecutiva l’Assemblea dei sindaci, organo principale della Provincia, convocata a villa Recalcati per dare il proprio parere sul bilancio, come prevede lo statuto, non ha raggiunto il numero legale per poter deliberare. «La cosa ancora più grave – dicono i dem – è che all’ordine del giorno c’era il bilancio di previsione 2019 della Provincia, l’atto più importante di un’amministrazione. Il dato impressionante è che dall’inizio del mandato il presidente Emanuele Antonelli non è mai riuscito ad avere il numero legale per l’Assemblea dei Sindaci».

Fallimento politico

«E’ un fallimento politico grave – continuano i consiglieri provinciali di opposizione – che tradisce lo spirito di Casa dei Comuni affidato alle nuove Province. Temiamo che quello fatto registrare dall’attuale presidente sia un record italiano. E’ passato un terzo del mandato dall’insediamento a Villa Recalcati dell’amministrazione di centrodestra Lega-Forza Italia, non possiamo non evidenziare come molti dei sindaci assenti appartengono proprio ai partiti politici che sostengono l’attuale maggioranza. Un chiaro segnale di presa di distanza che in queste ore drammatiche per il centrodestra varesino assume un forte significato politico».

Preoccupazione anche per la Mensa dei poveri

«Siamo inoltre turbati da quanto sta emergendo negli ultimi giorni – continuano – ci auguriamo venga fatta chiarezza e dato un segnale forte di discontinuità che consenta alle società pubbliche coinvolte di operare nell’esclusivo interesse dei cittadini. Oggi, venerdì 10 maggio è convocato il consiglio provinciale che per la prima volta dovrà votare un bilancio di previsione senza che i sindaci abbiano potuto (o voluto?) esprimere il loro voto. Ricordiamo che si tratta dello strumento finanziario che spiega come saranno utilizzati i soldi per le strade, le scuole, l’istruzione, la protezione civile, la tutela ambientale».

Pronti a boicottare il consiglio

«Se il presidente non rinvierà il consiglio e non riconvocherà di nuovo l’Assemblea dei sindaci, tutti i Consiglieri provinciali di opposizione non parteciperanno alla seduta di questa sera. Questa nostra grave decisione è l’ultimo tentativo per riportare i sindaci ad essere i veri protagonisti dell’ente Provincia. Approvare un bilancio con il parere espresso dei primi cittadini sarebbe l’ultimo atto per chiudere con dignità un mandato che tecnicamente e politicamente è concluso. E che sarà ricordato per un Ente paralizzato, per le divisioni tra i gruppi di maggioranza, per la tentata cessione dell’Agenzia formativa ad Afol Milano e per i pochissimi consigli provinciali e l’assenza delle commissioni».

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