Grana dei derivati, la Deutsche Bank vuole 17 milioni. Il Comune di Busto fa causa

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BUSTO ARSIZIO – Una grana. Diciamo una grossa grana, che l’amministrazione civica di Busto Arsizio sta cercando di risolvere aprendo un contenzioso con la Deutsche Bank. “Causa preventiva”, spiegano a Palazzo Gilardoni, con lo scopo di evitare di pagare circa17milioni di euro, frutto negativo della sottoscrizione, nel 2007, di una serie di derivati, cioè, semplificando, strumenti finanziari che rappresentano una sorta di scommessa sull’andamento di determinati titoli. Per dirla in un altro modo, una pericolosa speculazione, che può rendere tantissimo come, in caso di variazioni di prezzo al ribasso, comportare un esborso pesante per i sottoscrittori. Più o meno quanto è accaduto al Comune bustocco che, sull’onda della loro enorme diffusione nei primi anni Duemila, ha cercato di “fare cassa” attraverso questi strumenti. Probabilmente senza considerare gli effetti negativi che sarebbero potuti arrivare.

Via libera alle carte bollate

La materia è complessa. Spiegarla nei dettagli significa entrare in un ginepraio procedurale e in farraginosi meccanismi finanziari. Resta lo sbocco che sta avendo la vicenda: si va a giudizio. La decisione di adire alle carte bollate è stata presa dalla giunta di Emanuele Antonelli dopo una attenta riflessione attorno all’ingiunzione di pagamento che l’istituto di credito tedesco ha fatto avere, attraverso i suoi legali londinesi, a Palazzo Gilardoni. 17 milioni di euro? Ma siamo matti? Appunto, così si è deciso di incaricare uno studio specializzato di Roma di provare a bloccare l’obbligo risarcitorio annullando il debito. Secondo gli esperti incaricati di giocare la partita ci sarebbero ampi margini per avere successo. Gli appigli sono (sarebbero) nascosti in alcune clausole del corposo contratto, nelle stesse normative sui derivati, modificate negli anni dopo che un considerevole numero di enti locali si erano affidati a simili, rischiosissime modalità finanziarie. Insomma, esiste la possibilità di evitare di dare fondo alle casse pubbliche, per altro già asfittiche. I precedenti di altre amministrazioni nelle stesse condizioni di Palazzo Gilardoni depongono per un esito positivo.

Meglio Roma o Londra?

Il problema sarebbe anche giurisdizionale. I derivati in questione sono stati emessi a Londra, tradizionale piazza finanziaria dove si alza spesso la posta. E non a caso, evidentemente. Il dilemma dell’esecutivo bustocco era se affidare l’incarico di seguire la causa allo studio romano o, invece, direttamente a uno londinese. Un pasticcio nel pasticcio, che potrebbe generare conseguenze procedurali e, appunto, di giurisdizione. Senza contare la possibilità che la causa vada per le lunghe proprio in funzione della sede di discussione. Una questione solo all’apparenza secondaria vista l’entità economica della vicenda, rimasta sottotraccia per tutti questi anni, nodo ora venuto al pettine. Questione che, comunque sia, andrà ad incidere nelle disponibilità del Comune e, per il momento, spada di Damocle sulle casse municipali. Una grana, dicevamo all’inizio, ereditata dall’amministrazione guidata da Antonelli. Una della tante a cui ha dovuto fare fronte, magari meno onerose e complicate di quella in questione, ma pur sempre grane che si è ritrovata a dover gestire e, in diversi casi, a risolvere.

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