Disastro sanità. La rabbia di Porfidio: “Basta chiacchiere, richiamino i medici in pensione”

busto procura porfidio
Audio Porfidio

BUSTO ARSIZIO – Di nuovo i mali della sanità al centro dell’attenzione pubblica. E delle polemiche. Questa volta è Audio Porfidio, leader della Voce della Città, a soffiare sul fuoco del malcontento collettivo. Non a caso e alla luce di una serie di lamentele che Porfidio afferma di raccogliere quotidianamente dai cittadini costretti a fare i conti con disservizi, disagi, infinite attese per esami e visite ambulatoriali, assistenza e tutto quanto concerne il complesso e ampio settore sanitario, con riferimento principale all’ospedale di via Arnaldo da Brescia.

Ospedale in difficoltà

Purtroppo la situazione gestionale della struttura è nota: la carenza degli organici genera una serie di problemi. Mancano medici e infermieri, l’attività dei reparti ne risente in modo negativo. Gli stessi operatori sono i primi a lanciare l’allarme attraverso petizioni, prese di posizione degli stessi primari, missive ai referenti politici regionali. Risposte? “Non ne ho sentite di esaustive” sbotta Porfidio durante la conferenza stampa convocata nella sede della Voce, in centro a Busto Arsizio. Ai giornalisti racconta del caso di una donna a cui il medico di base ha prescritto un esame urgente all’intestino. “Dovrebbero effettuarlo entro 72 ore dalla richiesta – precisa Porfidio – a Busto glielo hanno fissato tra due settimane. Un tempo troppo lungo nell’eventualità di una patologia seria. Questa signora vive con la pensione minima, rivolgersi a una struttura privata per lo stesso esame costa. Sarebbero queste le eccellenze della sanità lombarda come sostengono in Regione?”. Un caso tra tanti, certo. E nemmeno il più clamoroso. Per non parlare del pronto soccorso e delle difficoltà tra i reparti dopo l’accorpamento con Gallarate.

La soluzione proposta

“Un disastro” avverte Audio Porfidio. Che butta lì una soluzione: “Per tamponare la falla basterebbe richiamare in servizio i medici andati in pensione. Potrebbero in qualche modo risolvere momentaneamente tutti i problemi”. Un’idea, certo. Che si scontra però con normative, diritti e burocrazia. Di nuovo il fondatore della Voce della Città: “Se la politica vuole, gli ostacoli si superano. Che cosa ci stanno a fare presidente, assessori e consiglieri regionali? Li abbiamo eletti, prendono in un mese quanto un operaio prende in un anno e non sanno o non vogliono affrontare e risolvere certi problemi. Vergogna. Altro che chiacchierare sul progetto dell’ospedale unico, che non vedremo mai: pensino a migliorare l’esistente e, soprattutto, pensino alla gente che non riesce a sbarcare il lunario e che non ha i soldi per curarsi. Una realtà spesso drammatica per molte persone. Altro che storie”.

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