E’ di Lonate Ceppino l’azienda con i bioreattori per produrre i vaccini Covid

LONATE CEPPINO – I vaccini che mancano, gli spazi troppo piccoli, il personale scarso. I problemi legati alla campagna vaccinale contro il Covid-19 in Italia sono molti, ma anche quando le dosi dovessero arrivare in quantità sufficiente, rimane un ostacolo: la mancanza di reattori. Ecco allora che un’azienda di Lonate Ceppino si dice pronta a incrementare la produzione degli impianti di cui è già leader a livello mondiale. «Le imprese italiane sono un’eccellenza nel settore e noi siamo pronti ad affrontare la sfida, ma serve tempo», ha detto l’amministratore delegato, Giancarlo Saporiti, nella puntata di oggi, lunedì 8 marzo, di Agorà su Rai3.

Pronti a lavorare notte e giorno

«Così come produciamo reattori per il settore chimico, siamo in grado di realizzare i bioreattori per l’industria farmaceutica. I tempi, però, non sono immediati, ma siamo pronti a lavorare giorno e notte». E’ questo l’annuncio di Giancarlo Saporiti, amministratore delegato di Samic Spa, nonché presidente del Comitato per la Piccola Industria dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese.

Mancano i reattori

Sulla strada che potrebbe portare l’Italia a diventare produttrice di vaccini anti-Covid c’è un ostacolo: la mancanza di bioreattori. In pratica, anche se il nostro paese ottenesse da parte delle multinazionali farmaceutiche la cessione dei brevetti e le licenze necessarie, a livello industriale, per arrivare all’indipendenza produttiva, mancherebbe un tassello fondamentale: gli impianti. Infatti nella penisola sono ancora troppo pochi quelli attualmente funzionanti.

Italia leader mondiale nel settore

Eppure, il know-how c’è ed è a disposizione più vicino di quanto si possa pensare. Infatti l’azienda Samic Spa di Lonate Ceppino è un esempio delle tecnologie made in Italy leader mondiali nella costruzione dei bioreattori. La realtà varesina, guidata da Saporiti, proprio oggi, lunedì 8 marzo, è stata protagonista della trasmissione Agorà di Rai 3 per approfondire il tema della capacità italiana di diventare nei prossimi mesi produttrice di vaccini anti-Covid.

Il reattore della Samic Spa in costruzione

«Attualmente  – spiega Giancarlo Saporiti – la nostra azienda è produttrice di reattori soprattutto per il comparto chimico». Un reattore è, in pratica, un involucro, un enorme cilindro alto anche diverse decine di metri, dove vengono inserite sostanze chimiche e dove avvengono reazioni con scambio termico e miscelazione per la produzione di sostanze ad uso industriale.

Indispensabili per i vaccini Covid

«Chi, però, come noi, produce reattori è benissimo in grado, perché ha la padronanza della tecnologia, anche di produrre dei bioreattori necessari per realizzare i vaccini anti-Covid. I bioreattori, infatti, sono di fatto dei reattori. Unica differenza è che, invece di funzionare secondo principi chimici, funzionano secondo principi biologici». In sostanza: l’industria italiana che oggi produce reattori per tutto il mondo, può anche produrre quei bioreattori oggi indispensabili per mettere in piedi un sistema produttivo italiano di vaccini per accelerare sul fronte della campagna di immunizzazione della popolazione.

Ma serve tempo

E Samic Spa è tra queste realtà. Che a questo punto diventano fondamentali per incrementare il numero di bioreattori funzionanti in Italia, oggi del tutto insufficienti per arrivare ad un’indipendenza produttiva del vaccino. Occorre, però, fare presto. Un reattore, così, come un bioreattore non si costruisce in due giorni. «Per i nostri reattori – continua l’amministratore  – il tempo di realizzazione va dai 6 agli 8 mesi. Ovviamente il sistema produttivo italiano, di fronte all’emergenza, potrebbe fare fronte comune e mettersi alla prova per accelerare il più possibile i tempi che, però, difficilmente potrebbero essere inferiori ai 50 giorni, lavorando giorno e notte senza sosta».

Un’eccellenza mondiale

Imprese come Samic Spa, insomma, sono pronte a far fronte comune. Le competenze ci sono. L’industria italiana dei reattori oggi esporta il 90% di ciò che produce. Impianti mastodontici che hanno bisogno di competenze e spazi di realizzazione. Proprio nell’azienda di Lonate Ceppino è presente la buca per la costruzione di reattori più grande d’Italia. Una dotazione indispensabile se si pensa che per il petrolchimico questo tipo di prodotti possono arrivare ad un’altezza variabile tra i 30 e i 50 metri con un peso di oltre 100 tonnellate.

«Noi produttori italiani di apparecchiature a pressione –  conclude Saportiti – siamo un’eccellenza mondiale, abbiamo il know-how e le migliori tecnologie. Un’eccellenza che il mercato internazionale ci riconosce. Vogliamo mettere a disposizione del sistema nazionale queste nostre capacità per affrontare la crisi che stiamo vivendo. Noi ci siamo. Siamo pronti alla sfida».

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