E’ morto Giuseppe “Bepi” Bortoluzzi, il notaio di Varese

VARESE – E’ morto, all’età di 102 anni, Giuseppe Bortoluzzi, veneziano di origine, ma varesino d’adozione. Bortoluzzi, arrivato a Varese negli anni Trenta del secolo scorso, intraprese la carriera del notaio partendo dallo studio degli Zanzi. E dopo aver vinto il concorso e trascorso un periodo della sua carriera prima ad Albavilla e poi a Seregno, è tornato a svolgere la sua professione a Varese.

“Bepi” Bortoluzzi

Qui sotto riportiamo il ricordo di Mauro Della Porta Raffo, che ha conosciuto Bortoluzzi durante le riunioni del Partito Liberale, il cui segretario provinciale era Piero Chiara. Della Porta Raffo racconta uno spaccato di un’epoca che molti varesini ancora oggi ricordano.

Avevo, direi, sedici o diciassette anni e, perbacco!, Vice presidente della Gioventù Liberale della Provincia quale ero da poco, partecipavo dalle sedie di fondo alle riunioni del Partito Liberale nella sede di Via Bernascone 1. Erano convocate e presiedute dal segretario provinciale Piero Chiara.

Tra i partecipanti – industriali e professionisti di nome – autorevole, assai colto, consigliere comunale, il notaio Giuseppe Bortoluzzi (che mi sarei sentito autorizzato a chiamare ‘Bepi’ infiniti anni dopo). Anziano ai miei occhi (ventisei anni di differenza d’età per un giovane sono molti e solo dopo, con il trascorrere dei decenni, meno significanti), lo conoscevo perché con lo stesso Chiara era stato tra gli ideatori e realizzatori delle Mostre Internazionali di Scultura di Villa Mirabello – che, per l’importanza degli artisti partecipanti, avevano a due riprese illustrato dovunque Varese – la cui fattura era stata curata da mio padre Manlio Raffo, allora e per lunga pezza, Direttore dell’Ente Provinciale per il Turismo locale.

Trascorsi, come accennato i decenni, sbiadito e poi pressoché defunto il Partito Liberale alle cui prese di posizione politiche avevo con lui collaborato essendo diventato segretario cittadino e vice provinciale, via via, ‘Bepi’ ed io avemmo sempre meno motivo di incontrarci se non in giro, nel centro città, per caso. Questo fino davvero a poco tempo fa perché portava con incredibile disinvoltura il secolo e più di vita che gli era toccato trascorrere sulla Terra. Erano i nostri incontri pieni di festosità essendo una felicemente contagiosa allegria una sua ulteriore cifra.

Apprendo della di lui dipartita a centodue anni con uno strano sentimento.
Non con dolore. Con un senso invece di pace e dolcezza.

Ci vediamo nell’altra vita, Bepi.
Lo sappiamo!

Mauro Della Porta Raffo

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