Intese elettorali, Varese e Gallarate ostaggi di Busto

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Le elezioni amministrative quando arrivano, arrivano. Sono programmate per fine maggio, primi di giugno, ma potrebbero essere posticipate a settembre a causa della pandemia. In provincia di Varese siamo però in pieno clima pre-elettorale, con i partiti fibrillati a mille per una serie di motivi che dipendono innanzitutto dalle candidature a sindaco. In parte già decise, quanto meno a Varese e Gallarate; in parte da definire non senza tensioni, come a Busto Arsizio o nella vicina Castellanza. Proprio Busto Arsizio è la città decisiva, dalla quale, in primo luogo a centrodestra, potrebbero derivare ripercussioni anche nel capoluogo e a Gallarate. Se, cioè, non passasse la riconferma di Emanuele Antonelli, accasato con Fratelli d’Italia, rischiano di saltare le intese per Roberto Maroni a Varese e per Andrea Cassani a Gallarate. Questi ultimi due coinvolti in vicende giudiziarie da considerare marginali per l’entità dei fatti a loro contestati, comunque meritevoli di attenzione per via delle conseguenze d’immagine che potrebbero generare sull’opinione pubblica e, soprattutto, perchè potrebbero diventare l’alibi all’interno dello schieramento per rivedere nomi e apparentamenti.

Possibile? Molto dipende da Busto Arsizio, dicevamo. Lì le contrapposizioni sono molteplici. La Lega, ad esempio, rivendica il “suo” candidato al posto di Antonelli, dopo quindici anni di purgatorio amministrativo. Nelle ultime ore si è fatta viva anche Forza Italia, che in scia alle posizioni provinciali, pone il problema della propria visibilità. Tradotto, pretende anch’essa un posto di primo piano alle elezioni. Forza Italia che, nel tentativo di scrollarsi di dosso il peso dell’inchiesta Mensa dei poveri, si agita in tutto il Varesotto per ricompattare il fronte dei moderati e lancia nella mischia a Busto Arsizio il suo cavallo di razza, quel Gigi Farioli che, più o meno sottotraccia, non disdegnerebbe di tornare a fare il sindaco. Con sommo disappunto dell’attuale primo cittadino, che non gradisce interferenze sulla sua strada e, come suo costume, alza i toni del confronto. Insomma, un tira e molla che non depone per una serena ricomposizione della partita, alla luce anche dell’ingiustificabile traccheggio di Emanuele Antonelli che, nei fatti, si ricandida senza essersi ancora candidato: non ha mai sciolto la riserva.

E a centrosinistra? L’inaspettata entrata in scena, sempre a Busto Arsizio, di Amanda Ferrario, proposta a sindaco da M5S, Verdi e gruppi di sinistra, ha provocato uno tsunami, specialmente nel Partito democratico. Che è stato messo di fronte al fatto compiuto e, a quanto risulta, cerca di rispondere con propri rappresentanti per non soccombere al diktat degli ipotizzati alleati. Se dovesse sfuggire un accordo, le possibili intese a sinistra finirebbero per essere messe in discussione anche nelle altre città, Varese e Gallarate. Con l’apertura di scenari non del tutto inediti da quelle parti, di sicuro forieri di serie difficoltà elettorali.

Amanda Ferrario che spaventa anche il centrodestra. Tant’è vero che proprio Fratelli d’Italia, a protezione di Antonelli, si è subito premurata di delegittimarne la figura politica. Non certo un caso, visto che la preside bustocca potrebbe irrompere alle urne con la forza di un maglio, scardinando schemi decennali in una città che non ha mai votato a sinistra. Un problema in più per un centrodestra che sembra aver perduto l’appeal di un tempo e ha già lasciato sul terreno città come Luino, Somma Lombardo, Saronno e, manco a dirlo, Varese.

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