ELEZIONI LEGNANO 2020 Bertolini: «Città addormentata, rompiamo con il passato»

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LEGNANO – Lucia Bertolini, lei è candidata a sindaco per la Sinistra-Legnano in Comune in una città che storicamente non è mai stata di sinistra. Quanto c’è bisogno della sinistra a Legnano?

«Proprio perché è una città moderata, bisogno ce n’è. Purtroppo qui mancano quei fermenti che ci sono altrove. Penso ai giovani: a Busto si organizzano e si fanno vedere, a Legnano no, pare addormentata. Certo, c’è più divertimento ma non è riuscita a uscire da questo canone».

Quali sono i temi che vi stanno più a cuore?

«È diventato uno slogan quello delle periferie, ma è sicuramente un grosso problema. In lista abbiamo tante persone di Mazzafame o che hanno lavorato come me nel laboratorio di quartiere. Pensiamo che bisogna lavorare nello stesso modo anche negli altri quartieri, traendo ispirazione da questa esperienza che dura da vent’anni. Bisogna investire al di fuori del centro, per non parlare delle periferie vicine al centro: poche strade più in là si trova il deserto. Un’altra questione che ci sta a cuore è il verde, il consumo zero del suolo, come ci impone la crisi climatica che stiamo vivendo: o facciamo così o arriveremo a un punto di non ritorno. A questo sono legate altre questioni, come la viabilità, che vanno affrontate in un discorso complessivo, non a spot».

A livello programmatico, voi fate leva sui diritti sociali e civili. Quanto sono garantiti in una città come Legnano?

«Quelli civili formalmente sono riconosciuti, però c’è un grave problema che è la violenza contro le donne. Lo sportello dedicato delinea un’emergenza, al di là dei gravi episodi degli anni scorsi finiti in cronaca. Anche nei confronti degli stranieri ci sono molti pregiudizi: tutto viene scaricato su queste persone. Insomma, c’è molto da lavorare. Sui diritti sociali, ci sono persone in difficoltà che cercano casa e non la trovano, che hanno perso il lavoro, tutti problemi che dopo la pandemia vanno ingigantendosi e che devono essere affrontati in modo deciso».

Come le appare la campagna elettorale in corso?

«Mi sembra ci siano persone piuttosto agguerrite, come Radice e Brumana, con quest’ultimo molto energico nelle sue posizioni. Toia sta partendo adesso, ma sappiamo che la sua potenza di fuoco sarà notevole. Ci aspettiamo fuoco e fiamme soprattutto dalle forze più attrezzate, quelle che hanno grandi possibilità di farsi sentire e vedere».

Legnano, la candidata di Sinistra Bertolini: «Facciamo tornare a respirare la città»

Qual è il primo atto che farebbe da sindaco o che vorrebbe che facesse il futuro sindaco?

«Fare un po’ di pulizia, dentro e fuori. Intendo dire che la città mi sembra abbandonata, degradata. Occorre uno sforzo anche con Amga per riportare un po’ di decoro, che aiuta a stare meglio tutti. E poi pulizia all’interno del Palazzo. Le incrostazioni lasciate dalle vecchie giunte vanno rimosse. Ci vuole maggiore trasparenza per rendere pubblici e chiari a tutti gli atti che vengono fatti, oltre a far partecipare di più i cittadini, coinvolgendoli sui temi più importanti. Altrimenti anche le migliori iniziative non hanno gambe».

In caso di ballottaggio, come vi comporterete?

«Pensiamo che tornare al passato non sia proprio il caso. Vedremo come va il primo turno, cioè prima di tutto se si riesce ad arrivare a un secondo turno. In questo caso lasceremo il nostro elettorato libero di decidere, come abbiamo sempre fatto, ma certo la responsabilità ci porta a dire che è necessaria una rottura».

Ritiene possibile un riaggregarsi, magari in un ballottaggio con il centrodestra, delle forze politiche che animarono il Comitato Legalità, poi divisosi in tante liste per le Amministrative?

«Ultimamente ho colto segnali di avvicinamento tra alcuni candidati sindaci. Non so se questo porterà a qualcosa».

Rivolgo un’ultima domanda all’insegnante oltre che alla candidata: come vede l’imminente riapertura delle scuole?

«Molto difficile e molto pesante, purtroppo. Se va tutto bene okay, ma se dovessero esserci contagi, chiusure e quarantene, per le classi o per gli insegnanti, non vedo la capacità di gestire la situazione. Non dico che si debba tornare alla primavera scorsa, ma è facile che si mettano in difficoltà le famiglie, con uno dei genitori che deve restare per forza a casa con uno o più figli piccoli. Anche il volontariato è per lo più abbastanza attempato, metterlo in campo non è semplice. Sarebbe bello che il Comune riuscisse a coordinare le varie iniziative nel settore, anche per dare un segno unitario ed evitare sovrapposizioni. Insomma, vorrei non esserlo ma sono preoccupata».

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