Elezioni regionali, parte da Varese la sfida di Majorino. «Aria fresca in Lombardia»

Pierfrancesco Majorino (al centro) con i relatori della serata

VARESE – «Dopo 28 anni c’è bisogno di cambiamento in Lombardia. Ci vuole aria fresca e noi siamo molto più credibili». Così Pierfrancesco Majorino, candidato del centrosinistra alle prossime regionali, al suo arrivo a Varese, dove questa sera, venerdì 2 dicembre, ha incontrato militanti e sostenitori con un giorno di anticipo sul via ufficiale alla campagna che partirà domani a Milano. Sull’alleanza con i 5 Stelle non si è sbilanciato, lasciando comunque aperta la porta ad un’intesa. Al centro dell’anteprima varesina tanti temi legati al territorio.

Luogo simbolico

Come sede della serata è stato scelto un luogo non casuale, cioè il Teatro Santuccio di via Sacco, che sorge esattamente di fronte a Palazzo Estense, sede del Municipio di Varese governato dal Pd e dal centrosinistra fin dal 2016 con Davide Galimberti, capace di battere due volte il centrodestra nella città della Lega. Lo stesso primo cittadino ha ricordato le due vittorie alle amministrative, partite proprio dal Santuccio. «Questo è un luogo magico, da questo teatro è iniziata la vittoria del centrosinistra a Varese. Pier hai una grandissima responsabilità, non bisogna sfatare questa tradizione, vogliamo che continui. Questa volta si può vincere e si deve vincere». Un buon auspicio su cui puntano i dem, così come è simbolica la location scelta per il via ufficiale alla campagna elettorale di Majorino, in programma domani mattina 3 dicembre a Milano. L’appuntamento è alle 11 al Teatro Elfo Puccini in corso Buenos Aires, da cui sono passati negli scorsi anni nei loro tour elettorali due sindaci di Milano come Pisapia e Sala, di cui Majorino è stato assessore. «Sono emozionato stasera, è un po’ il numero zero del giornale – le sue prime parole dal palco – domani partiamo da Milano ma ho accettato con entusiasmo di partire con il nostro viaggio da qui».

«Siamo più credibili»

Che la sfida per la Regione Lombardia non sia facile Pierfrancesco Majorino lo sa bene: quando gli si chiede se è pronto alla sfida con due big come Fontana e Moratti il candidato del centrosinistra abbozza un sorriso sornione. Ma poi entra subito nel cuore della sua proposta. «Dopo 28 anni c’è bisogno di cambiamento e aria fresca e noi, io, siamo molto più credibili su questo terreno. Dobbiamo mettere mano alla riorganizzazione del sistema sanitario e fare buone politiche di sviluppo a sostegno delle famiglie». Nella vittoria Majorino ci crede: «Siamo in tanti, insieme per vincere. Noi facciamo questa campagna elettorale per vincere». E sul possibile accordo con il Movimento 5 Stelle si esprime così: «Faremo un confronto sui contenuti, vediamo, io sono molto aperto al dialogo, non inseguiamo e non demonizziamo, se sui contenuti andiamo d’accordo bene, altrimenti noi andiamo avanti». Ad aprire la serata il segretario provinciale Giovanni Corbo, quindi sono stati amministratori locali ed esponenti del mondo del lavoro e dell’associazionismo ad entrare nel merito dei temi più importanti per il territorio, per poi lasciare la chiusura proprio al candidato presidente.

L’autonomia è il rapporto col territorio

Tra gli argomenti locali affrontati da Majorino quello dello sviluppo di Malpensa, al centro del dibattito degli ultimi giorni. «Per l’aeroporto ogni scelta che si fa deve essere concertata con le comunità locali. È ovvio che Malpensa è una straordinaria occasione su cui investire ulteriormente, però qualsiasi intervento deve essere concertato con le comunità locali interessate e non calato dall’alto senza una valutazione effettiva costi/benefici fatta sul territorio. Questo è un punto per me davvero cruciale che riguarda la filosofia che deve avere Regione Lombardia che non può prescindere dal rapporto con le comunità locali: io ci tengo tantissimo. Si parla tanto di autonomia, per me l’autonomia è il rapporto col territorio e le città interessate».

Un patto per il lavoro

Quindi un’altra questione molto sentita nel Varesotto, quella del frontalierato. «Innanzitutto la Regione non deve girarsi dall’altra parte, perché spesso li ha lasciati troppo soli rispetto ai destini che li hanno riguardati in relazione alle dinamiche di mercato, quindi deve avere la capacità di non lasciarli soli; questo è un tema essenziale rispetto alla cultura che deve avere la Regione sul tema del mondo del lavoro». Da qui Majorino si è addentrato sul tema del lavoro più in generale. «Penso a una Regione che apre le proprie sedi alle parti sociali, al confronto con i lavoratori per fare un grande patto per il lavoro come tra l’altro avviene già in Emilia Romagna. Sul piano dello sviluppo per creare nuova occupazione Regione deve avere un ruolo molto più forte: ci siamo abituati in questi anni a una Regione rimasta molto nell’angolo, invece deve avere un ruolo proattivo».