Tra un mese si vota: candidati, liste, aspettative e paure

elezioni settembre liste editoriale

Squadre in campo, in pieno agosto. La presentazione delle liste per le amministrative nei giorni tradizionalmente dedicati alle vacanze è soltanto una delle anomalie delle elezioni di fine settembre. Alle quali non si sta ancora prestando la debita attenzione, sia per il periodo che suggerisce ben altre pratiche, sia per il contesto sociale dominato dal ritorno del coronavirus. Insomma, il 20 e 21 del prossimo mese si va alle urne in molti Comuni e in alcune Regioni, ma pare che nessuno, se non gli addetti ai lavori, se ne sia accorto. Si voterà contestualmente anche per il referendum confermativo sulla riduzione dei parlamentari, il cui esito sembra già segnato: non serve il quorum. Si tratta comunque di un argomento di sostanza, non foss’altro perché, se dovessero vincere i sì, com’è probabile, modificherà l’assetto numerico delle due Camere, così da richiedere una opportuna, nuova legge elettorale. E si sa quali e quanti ostacoli essa comporta dentro e fuori i partiti.

Altro discorso rispetto a quello delle urne “amministrative”, anch’esse destinate, perlomeno in sede di risultati regionali, a incidere sul futuro del governo e sugli equilibri politici più in generale. Chi sostiene il contrario sa di affermare una cosa non vera e tende, sminuendo la portata degli esiti elettorali, a mettere le mani avanti in caso di sconfitta.

Detto ciò scendiamo sul terreno locale. Oltre alla schiera di centri minori che rinnoveranno i consigli comunali, vanno tenute sotto osservazione Luino, Somma Lombardo, Saronno e, per questioni di vicinanza, Legnano. Tutte città dove il centrodestra o si è clamorosamente diviso o è rimasto assieme con lo sputo; città dove a sinistra ci si è attrezzati per far vincere il centrodestra con una dispersione di liste e candidati davvero esemplare, ma in negativo. Legnano è l’emblema di questa situazione, benché offra un centrodestra enigmatico persino nella presentazione delle liste, tenute coperte fino all’ultimo minuto con la scusa di attendere l’avallo ufficiale. Non ricordiamo sia mai accaduta una cosa del genere, a meno che, a Legnano, dove i precedenti giudiziari a Palazzo Malinverni non hanno ancora esaurito i propri effetti, le segreterie politiche procedano coi piedi di piombo per evitare ulteriori sconquassi. Da comprendere.

Di sicuro c’è che alcuni partiti, in termini più generali per tornare al Varesotto, vogliono misurare la loro forza. In primis, Fratelli d’Italia, che trova la spinta di sondaggi favorevoli e prova a soffiare consensi all’alleato leghista, senza scordare i berlusconiani che di consensi ne hanno già ceduti in ogni direzione della politica, persino a sinistra. Ne potrebbe uscire un bel rimescolamento delle carte in prospettiva futura, quando si voterà per Varese, Busto Arsizio e Gallarate e, prima ancora, quando verrà rinnovata l’amministrazione provinciale a Villa Recalcati. Il centrodestra assicura unanime di voler mantenere fede ai propositi di unità, ma il test elettorale di settembre potrebbe indurre a sparigliare. In questo senso la conta dei voti diventerà decisiva. Non a caso, a Saronno sono annunciati molti leader nazionali per le prossime settimane di campagna elettorale. Un alternarsi di comizi con lo scopo di lanciare i propri candidati, sicuri che, soprattutto dalla città degli amaretti, arriveranno le indicazioni più probanti per i prossimi mesi.

Somma Lombardo e Luino vanno alle urne con Fratelli d’Italia che viaggia da solo, senza Lega e Forza Italia. Scelte strane soltanto all’apparenza. In ballo ci sono sì i Municipi, ma anche una visione più complessiva dei pesi e dei contrappesi provinciali. Per questo, e volutamente ci ripetiamo, chi continua a sostenere le valenze locali delle urne di settembre o sbaglia l’analisi o dissimula, nel tentativo di negare persino l’evidenza. E limitare gli eventuali danni.

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