La “Mala eredità”, una fiction sul palco del Sant’Anna di Busto

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BUSTO ARSIZIO – Quando famiglia e società sono modelli diseducativi. Di questo si parla nella fiction “La mala…eredità” realizzata da A&G Production “Ciak si gira” con il supporto della Regione Lombardia, del Comune e della polizia locale di Busto Arsizio e della Asd Busto 81. Viene proiettata domenica 3 giugno alle 16 al teatro Sant’Anna di piazza Sant’Anna (ingresso libero).

Parla la regista

Ma perché mettere sotto i riflettori il fenomeno del disagio giovanile? «Tante concause e nessuno in grado di mettere riparo a livello globale – spiega la regista Amalia Ignazi – come incapacità genitoriale, impreparazione degli insegnanti, mode diseducative diffuse dai media e politici incompetenti che non sono in grado di istituire agenzie diseducative valide per il supporto di genitori e insegnanti e di debellare tutte le fonti di grave diseducazione. I giovani vanno osservati, ascoltati e monitorati in tutti i loro atteggiamenti, non perseguitati, colpevolizzati o puniti in modo sconsiderato».
D’altra parte il tema del disagio giovanile è molto attuale e ne sanno qualcosa le agenzie educative come famiglia, scuola, oratori, gruppi sportivi e per questo la regista ha pensato bene di inscenare una fiction. «Un adolescente sereno – prosegue la regista – nasce da un bambino sereno, ma troppi genitori sono occupati dai problemi di lavoro, economici e d’incompatibilità di carattere, per cui i figli crescono in uno scenario conflittuale in cui non si sentono amati, non hanno possibilità di dialogo e di supporto per affrontare i problemi esistenziali che li affliggono». Insomma senza esempi validi i ragazzi non possono percorrere tutta l’età evolutiva in modo costruttivo. Se gli adulti sono inadeguati, si sa che i giovani si rivolgono ai coetanei disagiati come loro con l’illusione di essere capiti e aiutati nella loro sofferenza, ma in effetti non fanno altro che aggravare i loro problemi in modo esponenziale e con la presunzione dell’onnipotenza.

Genitori, insegnanti e media

«Il timore di perdere il controllo sui figli e di non sentirsi importanti spinge molti genitori a prolungare la loro adolescenza e a impedire la loro autonomia, favorendo la mancanza di progettualità e di assunzione di responsabilità, la noia e la mancanza d’interessi. Spesso arrivano a veri e propri atti di sadismo perché nessuno li ha aiutati a coltivare il sentimento della pietas e la ricchezza della sensibilità d’animo».
Ma non solo si prenderanno di mira i genitori inadeguati, ma nella fiction bersaglio sono anche insegnanti, a cui manca il contatto con gli alunni, che si limitano a spiegare le lezioni ma non pensano alle esigenze del mondo giovanile. Si preoccupano solo di finire il programma senza verificare se i ragazzi hanno metabolizzato un patrimonio culturale e formativo.
Altro luogo da colpire, i media con l’ossessione dell’immagine perfetta e vincente senza la quale non si ha diritto a un posto nel mondo. Se la società non si preoccupa di formare i giovani dal punto di vista psicologico, etico e morale, quale eredità riceveranno le prossime generazioni? Nella fiction si cerca di dare una risposta.

 

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