“Lautaro resta, Icardi non verrà all’Inter. Messi? Impossibile”. Parola di Fabrizio Biasin

 

Icardi non tornerà; Messi è un sogno destinato a restare tale. Lautaro sarà ancora un giocatore nerazzurro e Pogba è un obiettivo possibile anche se la concorrenza è molto agguerrita. Le riflessioni di Pasqua di Fabrizio Biasin attorno al mondo Inter e non solo.

Che approccio ha avuto al Coronavirus, anche lei lo aveva sottovalutato inizialmente?

Inizialmente sì come quasi tutti. Pensavo fosse qualcosa che si potesse superare nella normalità. Non mi sono spaventato, ma mi sono accorto abbastanza in fretta che avremmo dovuto fare i conti con qualcosa che avrebbe modificato la nostra quotidianità. Anche chi ci guida non sa bene cosa fare perché è qualcosa di completamente nuovo. Capisco anche le difficoltà nel dover affrontare questo tipo di situazione. Siamo su una barca che non conosciamo ed è tutto abbastanza complicato. Giusto analizzare l’operato di chi governa a ogni livello, ma trovo ingiusto accanirsi. Mi chiedo: io sarei stato più bravo? Forse no. Bisogna fare il tifo per loro perché stanno cercando di affrontare e risolvere il problema. È vero sono stati fatti tanti errori, ma non è questo il momento delle polemiche: così allunghiamo solo l’agonia.

Attacchi esagerati contro chi governa in Lombardia?

All’inizio hanno sbagliato tutti anche noi giornalisti quando abbiamo un po’ provato anche a minimizzare. Ci siamo illusi che non fosse così devastante. Solo pochissimi illuminati avevano capito dove saremmo finiti. Non mi sento di colpevolizzare nessuno. Io faccio il tifo per chi sta lavorando: non mi interessa che siano di destra o di sinistra. Andiamo dal premier Conte a chi governa Regione Lombardia, tutte persone di colore politico diverso. Per me è irrilevante: dobbiamo tifare per chi sta cercando di tirarci fuori da questa situazione.

Del mondo del calcio cosa non l’è piaciuto?

Nel mondo reale hanno tutti più o meno accettato la situazione, tutti c’hanno perso qualcosa, stipendi, collaborazioni, entrate di vario genere, ma non ho sentito nessuno lamentarsi. Il mondo del calcio sembra viva in un pianeta parallelo. Il tentativo di ragionare in modo diverso non mi piace. Parlare ancora oggi, di fronte al numero impressionante dei morti, di ripartenza del campionato la trovo una mancanza di rispetto inaccettabile.

 

Che ne facciamo di questo campionato?

Capisco il tentativo di chi voglia portarlo a termine. Ma nella situazione attuale con teatri, scuole, cinema chiusi, la logica dovrebbe spingerci a capire che ha poco senso arrivare alla fine della stagione.
Meglio chiudere questa stagione e pensare alla prossima. Accanirsi su questa stagione è un errore. Tutto in nome dei soldi che sono importanti, per carità, ma si parla di gioco del calcio e portare avanti una stagione giocando ogni tre giorni, a trenta gradi mi sembra un’assurdità. C’è paura legittima del danno economico e dei ricorsi, ma in un paese forte si deve arrivare a dire dall’alto che la stagione è esaurita e che i ricorsi saranno impossibili.

Quindi non assegnerebbe lo scudetto?

È il minore dei problemi. La Juve ha fatto intendere nel non voler questo scudetto. Ho apprezzato il comportamento di Andrea Agnelli che ha le stesse idee di Marotta.

Alla fine giocheranno?

Temo che alla fine un modo per tornare a giocare lo troveranno. Sono accaniti su questo aspetto. O interviene dall’alto il Ministro oppure un modo per scendere in campo lo trovano. Magari non a maggio, anche se si va a giugno, ma si farà.

Torniamo ai nomi del momento: due mesi fa definì Messi all’Inter una minchiata? Ha cambiato idea?

Sottotraccia si ragionava su qualcosa, io non c’ho mai creduto. E oggi non ho cambiato idea. Credo che sia impossibile. Ci sarà una battaglia tra Messi e il Barcellona e alla fine Messi resterà, diventando Imperatore della Catalogna.

Pogba una possibilità?

La sensazione è che oltre al Real Madrid e la Juve, anche l’Inter non sia esclusa da questo giro. Da lì a dire che sarà un giocatore dell’Inter c’è di mezzo l’oceano. Non so se sia una possibilità, ma all’Inter Pogba piace.

Icardi può tornare all’Inter?

Non ci sono possibilità. Sia per Icardi che per Nainggolan la società aveva preso questa decisione per tempo e non si torna indietro. Direi che c’è lo 0,1 % che resti all’Inter.

Conte lo avrebbe voluto?

Conte ci avrebbe anche lavorato perché non ha problemi ad allenare i grandi giocatori, ma quando è arrivato sapeva già che Icardi e Nainggolan non avrebbero fatto parte del progetto. Non c’è mai stato di fatto un dibattito con Conte su questa opportunità. Quando ha firmato già era a conoscenza delle scelte societarie.

Lautaro resta?

Tanti semplificano dicendo che se il Barcellona lo vuole spende 111 milioni agevolmente e lo prende. Non esiste un colpo unico da 111 milioni in contanti. C’è un interesse. Lautaro non credo voglia andare: non ha mai chiesto di lasciare Milano. Come tutti i giocatori è attento ai soldi, ma di fronte a una proposta corretta resterà all’Inter. Lui non ha chiesto di andare a Barcellona. C’è un interesse dei catalani, ripeto, ma siamo a livello del mi piace Messi

Quale comportamento dei calciatori non l’è piaciuto in questo periodo?

Ribalto la questione: a me è piaciuto il ragionamento di Lukaku che è stato trasformato in maniera assurda in polemica anti Juve. Mi piace un giocatore che ragiona e che mette la salute generale davanti alla volontà di giocare a calcio.

Ripartire dopo mesi: non si falserebbe il campionato?

Si tornerebbe dopo due mesi o forse tre mesi. È praticamente un’altra stagione. Giocando ogni tre giorni conterà meno la tecnica e molto di più la forza fisica. Quindi diventerà una gara di resistenza. Non è calcio. Sarà completamente falsato. Pretendere di giocare ogni tre giorni sarà come buttare nel pollaio dei robot e la cosa non mi piace.

Che calcio troveremo dopo l’emergenza?

In un mondo ideale il coronavirus ti può permettere di azzerare tutto quanto. Questa situazione ti dà l’opportunità di cancellare il malcostume che gravita attorno al calcio. Mi auguro che si sfrutti questa situazione per affrontare e risolvere dei problemi. Il male del presente può essere la fortuna del futuro. Ci deve consentire di togliere le zavorre: il problema delle commissioni dei giocatori, il calciomercato, la questione della costruzione degli stadi e altro. Si può pensare e programmare un nuovo sistema di fare calcio. Sempre che lo si voglia.

Fabrizio Biasin Inter-MALPENSA24