Fagnano, gdf in Geasc: il Comune non sa nulla e le opposizioni tacciono

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FAGNANO OLONA Guardia di finanza in Geasc per una partita di mascherine priva della necessaria documentazione per la vendita. La sanzione comminata alla partecipata, anche se tenuta sotto traccia al Castello, diventa anche un caso politico.

Il fatto

Nelle scorse settimane gli uomini delle fiamme gialle hanno “bussato” alla porta di Geasc. Motivo: un controllo su una partita di mascherine messe in vendita nella farmacia comunale. Non perfettamente in regola.

Diciamolo subito, i dispositivi di protezioni rispettavano tutte le normative. Con un neo, certo non da poco sotto il profilo della legge, pare non fossero accompagnate dal certificato Inail che garantisce, nero su bianco, la conformità. Documento che a quanto si dice, Geasc ha chiesto al fornitore e che, per motivi tutti da chiarire, è arrivato quando ormai molte mascherine erano state di fatto già acquistate.

L’ispezione alla fine si è tradotta con una sanzione di circa 20 mila euro, che potrebbe venire ridotta. E in due parole: le mascherine irregolari sono quelle vendute senza documento. Le altre vendute dopo l’arrivo del documento e sempre della medesima partita, non sono state considerate dall’operazione.

Geasc nell’occhio del ciclone

Tranquillità politica… questa sconosciuta. Il buon umore che traspare al Castello è come cenere. Sotto la quale ci sono tizzoni. Invisibili, per ordini di scuderia dell’intera coalizione di centrodestra, ma alquanto ardenti. E che sulla questione mascherine Geasc, per diversi motivi, si sono riaccesi. Dentro una maggioranza che sull’episodio offre letture differenti e a fronte – fa notare qualcuno – del silenzio delle opposizioni.

I sorpresi

In Più Fagnano, ci sono infatti i sorpresi, poiché sembrerebbe che della visita delle fiamme gialle e della relativa multa, l’amministrazione ne sia venuta a conoscenza qualche giorno dopo il fatto e comunque in ritardo. «Ma com’è possibile? – si chiedono alcuni sottolineando – Non è che Geasc sia una realtà autonoma». E’ chiaro, in tempi di pace (armata) nessuno punta il dito su chi avrebbe dovuto avvisare, ma lascia intendere che la partecipata ha un cda (anch’esso in gran parte informato in differita dell’episodio) di nomina politica con un presidente che è espressione di un partito di maggioranza (Luciano Almasio, di Forza Italia ndr).

I guardinghi

In questo caso siamo in casa dei berluscones fagnanesi. Che, anche sulla base di alcune ipotesi future rispetto alla partecipata, sentono puzza di tranello. Il caso multa che sta montando, ma anche l’ipotesi di uno scambio di sede tra Geasc e la polizia locale vengono letti come segnali politici. Tanto che qualcuno fa passare l’idea che, dopo aver lisciato il pelo agli azzurri con il rimpasto “lecca lecca”, ora stia per iniziare l’operazione che punta a sfilare a Forza Italia ogni ruolo nella gestione della partecipata. Che questa lettura corrisponda al vero o sia solo una paranoia politica lo diranno i fatti. Di certo c’è che la pace continua a essere armata.

I dubbiosi

In questo caso sono trasversali all’interno di Più Fagnano. Poiché più di un esponente di maggioranza si dice sorpreso dell’atteggiamento silente delle opposizioni su una questione che “politicamente” avrebbero potuto aggredire”. Tanto che qualcuno confida: «Dopo che la storia della sanzione per le mascherine è diventata di dominio pubblico negli ambienti ci aspettavamo un’onda polemica. Che, invece, per chissà quale motivo non è arrivata».

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