Fagnano, il sindaco ritira le dimissioni. In giunta rientrano Bossi e Moltrasi

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FAGNANO OLONA – Il sindaco Elena Catelli ritira le dimissioni. Sono usciti dalla porta, ma rientrano in giunta dalla finestra Fausto Bossi che prenderà le deleghe allo Sport e al Commercio e Gabriele Moltrasi, che passa ai Servizi sociali con i gradi di vicesindaco. Non si tocca Claudia Guaglianone, che però perde la Scuola, affidata alla new entry Elena Corio. E chiude la quadra trovata questa mattina, giovedì 28 maggio, al Castello Gigi Rosa, di fresca nomina e che si ritrova super assessore con le deleghe a Bilancio e ai Lavori pubblici. Ma solo quelli più importanti e strategici. Esce di scena Monica Conte (ormai ex assessore al Bilancio) ed esce dalla giunta, ma non dal consiglio Piera Stevenazzi.

Montagna e topolino

Il terremoto c’è stato. Perché il sindaco le dimissioni le ha messe sul tavolo, due assessori (Bossi e Moltrasi) hanno mollato le deleghe e altri pezzi di giunta avevano dato la disponibilità a fare un passo indietro. Una scossa che ha diroccato la già non solida squadra di Più Fagnano. Ma proprio sul baratro della fine, a puntellare uno schema politico che traballa pericolosamente dall’inizio del mandato, sono scesi in campo i pezzi da novanta: i vertici provinciali del centrodestra e il commissario leghista (nominato ad hoc) Paola Reguzzoni.

Sono stati cinque giorni di diplomazia, consumata sotto traccia e fatta di tanti incontri e pochi scontri. Dove è stato usato il cesello, ma anche il martello per fissare nel centrodestra fagnanese il primo e fondamentale concetto: “A casa non si va“. E da lì è partito tutto, passi indietro compresi: i due esterni voluti dal sindaco si ridotti a uno, ovvero Gigi Rosa, l’assessorato pesante desiderato (anche se mai confessato) da Forza Italia è stato lasciato sul tavolo per il raddoppio della delegazione in giunta e il vicesindaco. Anche Fratelli d’Italia ha dovuto bere un sorso dell’amaro calice: il ridimensionamento delle deleghe nelle mani della Guaglianone. Una rivoluzione che di fatto cambia poco, tanto che qualcuno già dice: “E’ la montagna che ha partorito il topolino”.

Tutti felici e scontenti

Diciamo subito chi ha vinto: i partiti, ma i livelli provinciali. Perché a Fagnano, le tensioni non si cancellano con un colpo di spugna; il commissario Reguzzoni arrivata al Castello con il mandato di far uscire sindaco e giunta da un ginepraio che avrebbe potuto dilatarsi all’infinito, poiché nessuno dei protagonisti in campo (e fuori campo) era disposto a fare un passo avanti o uno indietro. Punto.

Per il resto sono magre figure: lo schema del sindaco dei due esterni è stato immolato per la superiore ragione politica di tirare avanti; anche il punto fermo di Forza Italia nel rivendicare due assessori ha il sapore della politica ormai distante dalla realtà. Sia perché Elena Corio, all’esordio totale dovrà gestire il non facile compito del rientro a scuola, questione che potrebbe avere più spine che sorrisi, sia per il ritorno di Gabriele Moltrasi, che si è disarcionato da solo ed è stato messo in sella dal partito. Non ne esce bene neppure la Fagnanese con Fausto Bossi, già definito l’assessore della porta girevole: ovvero che esce ed entra.

Stasera in consiglio

E questa sera si va in consiglio con una soluzione che la gente farà fatica a comprendere, perché ai banchi della giunta si ritroverà gente che aveva annunciato l’addio dopo furibondi litigi e una pace mai trovata, se non negli ultimi cinque giorni, che passeranno alla storia locale come “Le cinque giornate di Fagnano”.

E di fatto un’unica (pesante) novità, quel Gigi Rosa che torna (seppur nella periferia della politica) sulla scena. E che vista l’esperienza, i compagni di viaggio e le deleghe che si ritrova in mano potrebbe davvero diventare il condottiero di una squadra, rianimata e che, seppur con tutte le scorie degli scontri recenti, ora è davvero chiamata a correre.

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