Fagnano, l’accordo provinciale pre elettorale esiste. La prova in una mail

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FAGNANO OLONA – «Colpa di questo. No di quello. A Fagnano è iniziato lo scaricabarile delle responsabilità. Ed è partito il solito giochetto in cui perde chi resta con il cerino in mano. Ma la verità è questa», dice la nostra autorevole fonte, mentre sfila da una cartelletta un foglio A4 e mostra ciò di cui da almeno 7 mesi si discute al Castello: la stampata di una mail con scritto nero su bianco il famoso accordo provinciale. Quello sempre rivendicato da Forza Italia e ogni volta respinto dalla Catelli.

Allora esiste!

Tutti, forse anche i muri del Castello, ormai conoscono a menadito lo schema politico fissato in fase pre elettorale e ripetuto al sindaco Catelli fino alla nausea. Pochi però, l’hanno visto scritto nero su bianco. E ancora meno ne hanno conservata copia. Una delle quali esce da una cartelletta (chissà perché fucsia) dentro la quale non c’è solo la stampata della mail fagnanese. Possiamo intuire cosa ci sia scritto sugli altri fogli A4 infilati dentro quel raccoglitore, visto che sull’etichetta appiccicata sul fronte della cartelletta sta scritto “Patti chiari – Elezioni 2019“. Però evitiamo di approfondire. Ciò che davvero interessa ce l’abbiamo in mano.

Lo screenshot dell’accordo e i nomi

 

A Fagnano i conti non tornano mai

Se la matematica applicata alla politica fosse cosa semplice, 2+2+1 sarebbe uguale a 5. E invece in sette mesi di “metti il nome togli nome“, “Questo di qua lo sposto di là”, “taglio questa testa, voglio quello scalpo“, “rimpasto sì, rimpasto no, rimpasto forse” e via dicendo, quel fatidico 5 non è mai tornato fino in fondo.

Troppa perfezione per questo mondo

La colpa? Tutta della formula (il sindaco della Lega, 2 assessori compreso vicesindaco a Forza Italia, altrettanti al Carroccio e 1 a Fratelli d’Italia) messa a punto dai vertici provinciali di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia in maniera così perfetta sulla carta da essere difficile (qualcuno dice a questo punto impossibile) da tradurre in una realtà politica sgangherata, prima ancora di partire, da odi personali, ripicche, vendette, veti e contro veti, qual è il centrodestra fagnanese.

Il doppio passaporto politico indigesto ai leghisti

E dove, non dimentichiamolo, Elena Catelli viene tirata fuori dal cilindro di Lombardia Ideale – Lega (altra ambiguità mai risolta fino in fondo e che a un certo punto nel Carroccio ha fatto incazzare), piuttosto tardi e arriva a Fagnano come candidata il 21 marzo 2019, con la lista praticamente già fatta. E con l’accordo provinciale sostanzialmente ratificato il giorno prima (20 marzo 2019).

La regola non scritta del gioco

I dissidi interni al centrodestra fagnanese sono una spirale, anzi un vortice che non ha risparmiato neppure Elena Catelli. La quale all’inizio si è tenuta alla larga, ma con il passare del tempo si è fatta prima fagocitare, per proseguire poi la partita con quelle regole del gioco che prevedono quale prima norma non scritta della politica di Fagnano, che il dialogo deve essere acceso, senza filtri, con qualche colpo basso, trasparente, ma tra sordi.

Il tilt

E così è andata anche durante l’ultima e decisiva riunione, dove Forza Italia ha tenuto botta alla richiesta di 2 assessori e del vicesindaco. Con Giacomo Navarra alla trattativa. Il colonnello azzurro (con un mandato provinciale chiaro in tasca) da lì non ha arretrato di un passo. Ha provato a giocare le quattro carte che aveva in mano, ma quando ha calato il nome di Angelo Saporiti al Bilancio, il banco della trattativa è diventato come un flipper impazzito. Troppo tardi per ragionare sull’ipotesi “Corio alla Scuola”. Proposta che chissà se sarebbe stata accettata dalla Catelli. La quale dal canto suo e forte delle sue convinzioni ha (giustamente) ribadito il suo punto fisso: “Tengo l’urbanistica e voglio due esterni. Uno al Bilancio e uno ai Lavori pubblici“. Al forzista Gabriele Moltrasi Servizi sociali e vicesindaco, alla Guaglianone la Scuola e a Fausto Bossi “le briciole delle briciole”.

Punto d’incontro nello scontro

Su una cosa sindaco e Forza Italia si sono trovati d’accordo: quella di lasciare. Il tavolo delle trattative quelli di Forza Italia, il ruolo di sindaco Elena Catelli. Ma non prima di essersi concessi un lungo e pesante scazzo dove (dicono i ben informati) Catelli non ha aperto bocca e dove Piera Stevenazzi  – non l’unica in entrambe le parti ad aver sbragato – ha stupito per essere passata dall’essere “il vicesindaco dalla lacrima facile” a diventare “il mastino” che schiuma rabbia, lancia strali e parole pesanti agli (ormai da lungo tempo) ex amici di Forza Italia.

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