Gallarate tra un anno torna al voto. Chi sfiderà Cassani?

GALLARATE – Un anno. E’quanto manca per il ritorno alle urne nella città di Gallarate. In tempi normali si starebbero già delineando strategie, alleanze, persino candidati. E invece la pandemia ha rallentato tutto e lo scenario politico sempre più liquido offre soltanto qualche segnale e poche certezze. Tranne una: la ricandidatura del sindaco uscente Andrea Cassani.

Il centrodestra

La riconferma del primo cittadino leghista come leader del centrodestra appare scontata per tanti motivi. Lui ha intenzione di riprovarci, la sezione locale del suo partito è con lui e Fratelli d’Italia – in continua ascesa nei sondaggi – si è dimostrata fedele a Cassani anche nel momento più difficile del suo mandato, ovvero la mozione di sfiducia. FdI, dunque, sceglierà la continuità senza prendersi troppi rischi, puntando alla riconferma del vicesindaco e magari a un assessorato in più. Forza Italia, in questo momento, appare ancora frastornata dall’indagine “Mensa dei poveri” che l’ha ridimensionata sia in termini di immagine che di consensi. Ricostruire un gruppo solido è la prima urgenza, dopodiché può sicuramente puntare a rientrare in giunta con uno o più rappresentanti. A oggi è difficile credere che possa ambire a qualcosa di più. Una corsa solitaria equivarrebbe a un suicidio annunciato.
Completa infine la coalizione il vasto mondo civico, ancora in fase di definizione, di cui fanno parte anche il presidente del consiglio comunale uscente Donato Lozito (Cittadini di centro) e gli assessori pescati lo scorso anno dalla società civile. Alcuni hanno già espresso la loro intenzione di rimettersi in gioco.

Il centrosinistra

Il progetto sulle nuove piste ciclabili è il primo che porta la firma di Pd, Città è Vita e della nuova lista civica +Gallarate. Sarà l’ossatura del futuro centrosinistra gallaratese? Troppo presto per dirlo, ma è comunque un chiaro segnale di dialogo. Ancora più prematuro parlare di candidati sindaci perché prima il Pd dovrà decidere quale strategia adottare. I dem hanno più di una persona con i numeri per poter ambire alla fascia tricolore (Giovanni Pignataro, Margherita Silvestrini e Angelo Senaldi sono in cima alla lista), ma se puntano a far confluire il centrosinistra in un grosso contenitore ancora più inclusivo, a quel punto servirebbe un candidato estraneo ai partiti che sia di garanzia per tutti. Non mancano le ambizioni neppure al giovane leader di +Gallarate Giulio del Balzo, ma è difficile credere che Pd e Città è Vita siano disposti a consegnargli il posto di comando.

Gli outsider

Il pallino del gioco in questo momento è dunque nelle mani soltanto del Pd. Che ha davanti due strade: continuare a essere il polo di riferimento del centrosinistra gallaratese oppure pensare di avere più chance di vittoria creando un unico fronte anti-Cassani. Ciò significherebbe includere anche la destra dei ferraziani, gli scontenti di Forza Italia rappresentati da Leonardo Martucci e Gallarate 9.9 con cui oggi dividono i banchi di minoranza condividendo anche alcune iniziative. In particolare la lista civica di Rocco Longobardi, dopo il lusinghiero risultato di 4 anni fa, è chiamata a decidere cosa voler fare da grande.
C’è infine da considerare la sinistra di Osvaldo Bossi e di Cinzia Colombo, entrambi portavoce di una zoccolo duro d’estrazione comunista che a Gallarate resiste, e il Movimento5Stelle, che – spaccato da una scissione alle origini – non ha mai trovato la forza per presentarsi alle Amministrative. Non lo ha fatto nel 2016, quando i grillini avevano il vento in poppa, chissà se lo farà nel 2021. Al momento sono spariti dai radar della politica locale: il loro silenzio dura da mesi.

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