Da Roma a Fagnano Olona la politica non dà risposte

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Usiamo le dovute cautele, ma l’emergenza sanitaria pare stia passando. Lentamente, ma scema. Questo non significa che possiamo festeggiare, per via di quanto ha provocato e ancora provocherà. Il prezzo che abbiamo pagato in vite umane è solo il tremendo, insostenibile anticipo di macerie sociali che sono oramai evidenti e alla quali dovremo far fronte chissà per quanto tempo ancora. Si parla di ripresa, di rilancio, di ripartenza; bisognerebbe invece dare risposte concrete. Che ci sono in modo virtuale, nelle promesse delle istituzioni per le urgenti aspettative dei milioni di cittadini costretti a fare i conti con situazioni economiche spesso drammatiche, a volte irrecuperabili.

Mai come in questo momento ci sarebbe bisogno di una politica forte, rappresentata da politici all’altezza del compito cui sono chiamati e per il quale sono stati eletti. Invece, da Roma per arrivare alla piccola Fagnano Olona, assistiamo a spettacoli a dir poco indegni, già intollerabili in un contesto di normalità, figurarsi adesso con gli scenari a cui ci sta abituando il coronavirus. Politici che litigano come se non ci fosse un domani, pronti a rimpalleggiare accuse e responsabilità, clamorosamente indifferenti alla quotidianità di persone che hanno perso il lavoro, di cassintegrati, di imprenditori e commercianti costretti a chiudere aziende e botteghe, della scuola che non riapre i battenti, di famiglie obbligate a riorganizzarsi in tutto e per tutto, di professionisti che faticano a riaprire gli studi, di cinema e teatri tristemente inattivi, di qualità della vita che peggiora repentinamente e apparecchia una rabbia sociale pronta ad esplodere da un momento all’altro.

Una rabbia che soltanto risposte pronte e inequivicabili della cosìddetta classe dirigente possono fermare. Invece, cosa fa la classe dirigente? Sbarella, si muove in modo illogico e improduttivo, se non per i titoli ad effetto dei giornali. Abbiamo visto la recente bagarre in parlamento, le sceneggiate per incolpare questo e quello del massacro a causa del Covid in Lombardia e nelle case di riposo. Come se la responsabilità non fosse da distribuire equamente dal centro alla periferia: chi non ha commesso errori nei modelli gestionali dell’epidemia scagli la prima pietra.

Risse, non certo risposte. Risse politiche che infettano, questo sì, anche i centri minori, come Fagnano Olona dove, nel bel mezzo di una crisi sanitaria ed economica senza precedenti, se ne apre una amministrativa. Al di là delle ragioni e dei torti, al di là delle motivazioni: semplicemente vergognoso. Matteo Bianchi, segretario provinciale della Lega, sintetizza così al nostro Andrea Della Bella il patatrac amministrativo di Fagnano: “Servono politici con un po’ di esperienza nel gestire gli equilibri di una coalizione”. Traduzione: abbiamo tanti dilettanti allo sbaraglio, in senso trasversale tra i partiti e a tutti i livelli, a Fagnano come a Roma.

Vecchio il refrain sulle competenze di chi oggi tiene le leve del comando. E Dio sa quanto ci sia bisogno di gente capace, soprattutto nei momenti di bufera. Purtroppo sappiamo come stanno le cose, quasi che quell’”andrà tutto bene” a cui ci siamo aggrappati per settimane sia uno slogan che ha il sapore della beffa. Non per colpa di chi legittimamente spera in una svolta positiva, ma di coloro che la vanificano con i loro comportamenti.

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