Fagnano, il sindaco frena sulla Zust Ambrosetti: «Serve accordo di programma»

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FAGNANO OLONA – Niente vie brevi sulla Zust Ambrosetti. Il sindaco Elena Catelli frena. Non sul progetto in sé, bensì sulla procedura: «Stiamo parlando di un intervento molto importante, che non può non prevedere un accordo di programma tra tutti gli enti. Quindi anche Regione e Provincia. Oltre ai Comuni coinvolti». Il sindaco di Fagnano poi chiede anche di invertire il Comune di riferimento del progetto: non più Cassano Magnago come è stato fino a ora, ma Fagnano: «Del resto siamo noi quelli più interessati dall’intervento. Sul nostro Comune insiste l’80 per cento del terreno sul quale si vorrebbe realizzare il progetto».

Arriva in consiglio la questione della Zust Ambrosetti e a portare l’argomento in discussione sono state le minoranze di Siamo Fagnano e Fagnano Bene Comune. L’obiettivo delle opposizioni era quello di fare il punto della situazione sull’argomento, in vista del mese di settembre quando i gruppi chiederanno di istituire una commissione consigliare ad hoc.

Insomma, non è ancora tempo di esprimere in maniera nitida le proprie posizioni su un intervento che mixa logistica a produzione, ma che trasformerà completamente un’ampia zona verde a ridosso della Pedemontana. Questa è ancora la fase dell’approfondimento. Anche per il sindaco, il quale però è stato chiaro fin dall’inizio del suo insediamento. Catelli, infatti, di Zust Ambrosetti aveva parlato già al momento della presentazione della giunta. E ieri, martedì 16 luglio, ha fissato un ulteriore paletto: su questo progetto non si corre e soprattutto verranno coinvolti tutti gli enti superiori al fine di arrivare a un accordo di programma. Insomma, piedi di piombo. Posizione che il primo cittadino ha espresso anche in una riunione del 9 luglio scorso dove erano presenti, oltre a Elena Catelli, rappresentanti dell’amministrazione di Cassano, della Zust Ambrosetti e il geometra Gianluca Quartesan che sta seguendo il progetto.

E, tornando al consiglio comunale di ieri, Catelli ha spiegato che «questa amministrazione, in virtù delle proprie facoltà decisionali di legge nel caso specifico, e riproponendo quanto già espresso dalla precedente amministrazione, non prenderà in considerazione istanze di attuazione Suap». E letto la comunicazione inviata alla società in cui si invita la Zust Ambrosetti, qualora volesse eventualmente inoltrare, a prescindere da qualsiasi parere tecnico sulla specifica tipologia dell’attività, a rivalutare nuovamente il proprio interesse alla luce nell’ottica di un accordo di programma.

Questo in considerazione «del fatto che l’intervento proposto, che costituirebbe precedente unico al momento nell’ambito del territorio della Provincia di Varese per entità territoriale, è in contrasto con il Ptcp provinciale; che per quelle aree individua aree a destinazione agricola provinciale oltre che a verde naturale “di pregio”, cioè aree in continuità con aree verdi di altri Comuni e perciò considerate di completamento dell’ambito agricolo a scala sovracomunale, oltre che facenti parte di “corridoio ecologico” provinciale. Inoltre una parte è individuata quale bosco non trasformabile così come indicato nel piano d’indirizzo forestale regionale».

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