Il mega polo logistico di Fagnano mette in allerta le minoranze: «Niente scorciatoie»

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FAGNANO OLONA – 300 mila metri quadrati di terreno, 60 milioni di investimento, 400 posti di lavoro e 7 milioni di introiti come oneri di urbanizzazione. Ma anche consumo di suolo, una parte di territorio che potrebbe subire un’importante trasformazione e proprietari di terreni preoccupati, poiché l’attuale edificabilità potrebbe, per necessità di compensazione, venire cancellata. Insomma, un intervento enorme che il sindaco Elena Catelli, proprio al momento della presentazione della giunta, ha detto di voler affrontare e che torna a far discutere Fagnano. Ma anche Cassano, poiché l’area agricola e boschiva, sulla quale potrebbe sorgere il polo logistico della Zust Ambrosetti si trova proprio a cavallo dei due Comuni.

Piedi di piombo

Il mega intervento della Zust Ambrosetti è tornato di nuovo in auge al Castello. A riaccendere i fari sulla questione sono i consiglieri di minoranza Marco Baroffio, di Siamo Fagnano, e Paolo Carlesso, di Fagnano Bene Comune, che fissano i paletti: «Non abbiamo nessun preconcetto sulla questione, anche perché ci sono moltissime cose da capire e approfondire. Però lo diciamo subito: se questa amministrazione vuole affrontare la questione l’unico modo è farlo nei termini corretti. Ovvero si dia vita a una variante di Pgt. Nessuna via breve, quindi».

Baroffio e Carlesso sottolineano la loro contrarietà alle vie brevi poiché qualche mese fa, quando ancora il primo cittadino era Federico Simonelli, in Comune è arrivata la richiesta, da parte degli investitori, di poter fare una variante della destinazione d’uso dei terreni interessati attraverso il Suap. Una via, diciamo, semplificata. E che ha messo un po’ in allarme la precedente amministrazione, che ha scritto alla Regione ponendo un quesito sulla correttezza dell’iter di richiesta della variazione di destinazione, e un secondo su come questo intervento si relazioni rispetto alla normativa del consumo del territorio. Regione Lombardia ha risposto al primo e bocciato il “canale” del Suap, sostenendo che non si può fare nel caso in cui si tratta di polo logistico. Ma il progetto prevede anche una parte produttiva, finalizzata all’export nel settore della lavorazione, confezionamento, stoccaggio e magazzinaggio di prodotti alimentari. «Insomma, serve chiarezza – dicono i consiglieri – e l’unico modo per farla è portare avanti una variante del pgt per discutere di tutti i termini della questione».

Aperti al confronto

Baroffio e Carlesso dicono di più: «Visto le dimensioni dell’intervento e la zona, potrebbe anche essere un’occasione per migliorare l’utilizzo di quegli spazi. Possono arrivare nuovi servizi, una pista ciclopedonale. Insomma deve essere un’opportunità di sviluppo, e non solo l’occasione per monetizzare. Per questo chiediamo che venga anche costituita una commissione ad hoc, un coordinamento tra Comuni, Provincia e Regione, così da inquadrare l’intervento su un comparto più allargato».

I problemi da risolvere

Il polo logistico dovrebbe sorgere su terreni che costeggiano la Pedemontana. A due passi dall’uscita della nuova autostrada. Ma un intervento di tali dimensioni mette sul tavolo una serie di criticità, di cui al momento si sa ben poco. Ad esempio l’impatto viabilistico e ambientale, visto il tipo di attività: logistica. Ma c’è anche una questione molto più delicata, legata al consumo di suolo, alle compensazioni e alle destinazioni di una serie di terreni (quali, al momento non si sa) che potrebbero cambiare destinazione: da produttiva ad agricola. Terreni che magari in passato sono già stati “trasformati” e potrebbero così cambiare valore. Baroffio e Carlesso su tutte le questioni frenano: «La prima cosa da fare è il punto attuale della situazione. Al momento sindaco e giunta non ci hanno comunicato nulla in merito. Auspichiamo lo facciano appena prendono in mano la questione».

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