Fase2, appello da Busto: «Riaprire scuole elementari. Lezioni nei plessi delle medie»

BUSTO ARSIZIO – «Le scuole elementari devono riaprire». Un appello che arriva da Paola Reguzzoni, consigliere comunale della Lega a Busto Arsizio, ma soprattutto mamma che lavora, e che dal 4 maggio, quando ci si aspetta un allentamento delle misure del lockdown, rischia di non sapere come conciliare la professione con la necessità di aiutare la figlia piccola, che frequenta la scuola primaria, a seguire la didattica a distanza. Un problema che toccherà molti genitori, nel momento in cui si entrerà nella cosiddetta “Fase Due”: le scuole chiuse rappresentano un problema pratico per molte famiglie in cui i genitori riprenderanno a lavorare, e non sempre i congedi promessi dal ministro dell’istruzione Lucia Azzolina potranno essere sufficienti a risolverlo. Anche perché «non ci sono i nonni a cui poter affidare i nostri figli», a causa delle limitazioni agli spostamenti e alle precauzioni che toccano in particolare gli over 65. Ma il problema, per l’esponente della Lega, non è solo la custodia, ma anche «l’importanza di gettare le basi di una crescita per bambini così piccoli». Oltretutto, stando alle statistiche, sono la fascia d’età meno a rischio per il Covid-19.

La proposta

Individuato il problema, Paola Reguzzoni prova a delineare anche una possibile soluzione. Amministratrice pubblica da tanti anni, già alla guida di Agesp Servizi (l’attuale Agesp Attività Strumentali) e più volte assessore a Busto Arsizio, chi la conosce sa che non è una a cui mancano le idee. In questo caso, per ovviare al problema del distanziamento, le classi delle scuole primarie potrebbero “traslocare” in parte anche nei plessi delle scuole medie, che con le lezioni sospese rimarrebbero vuoti: ciascuna insegnante si occuperebbe di classi a piccoli gruppi, evitando così assembramenti. In alcuni paesi in cui il lockdown è meno stringente che da noi, è già prevista la differenziazione nella riapertura delle scuole: in Danimarca sono ripartite le lezioni nei nidi, nelle materne e nelle elementari, con i banchi a due metri di distanza l’uno dall’altro, mentre in Nuova Zelanda con la fine del lockdown le scuole riapriranno per i bambini fino a 10 anni i cui genitori non hanno modo di accudirli. Una proposta, quella di Paola Reguzzoni, che viene diretta anche alla bustocca Amanda Ferrario, dirigente scolastico dell’Ite Tosi, neo-designata nel comitato di esperti del ministro dell’istruzione Lucia Azzolina che dovrà ripensare la scuola dopo il lockdown.

L’appello

Le scuole elementari devono riaprire!

Si potrebbero utilizzare gli spazi delle medie per suddividere le classi ed avere numeri di massimo 6 alunni per classe, le due insegnanti prenderebbero una classe a testa e in supporto si potrebbero utilizzare le insegnanti delle altre materie. A mio avviso la funzione della scuola ha un importanza uguale o superiore, soprattutto per bambini all’inizio del percorso educativo, di quanto lo sarà una buona economia durante la loro crescita. Inoltre il ministro Azzolina, mi dovrebbe spiegare come faccio, se riprendo il lavoro, ad aiutare mia figlia di 6 anni nello studio e nei collegamenti on line? Certo è più facile chiudere ma è anche la scelta migliore?

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