Febbre del Nilo, Moratti: «In Lombardia attività di sorveglianza integrata»

MILANO – Dopo i primi casi di West Nile Disease (nota anche come Wnd o febbre del Nilo) registrati in Lombardia nel 2022 la vicepresidente della Regione e assessore al welfare Letizia Moratti illustra l’attività coordinata dall’Unità Operativa Veterinaria della Direzione generale Welfare, sottolineando che è attivo un percorso di sorveglianza integrata.

Sorveglianza integrata

«In Lombardia – spiega Moratti – è presente un’attività di sorveglianza integrata, esempio concreto del concetto di One Health. Grazie all’attività dei Dipartimenti Veterinari, con il supporto scientifico di Izsler e il coordinamento della Unità Operativa Veterinaria della Direzione Generale Welfare di Regione, viene svolta un’ormai consolidata attività di prevenzione che consente di ottimizzare il lavoro degli operatori sanitari e delle strutture, oltre che a consentire un rilevante risparmio economico». La sorveglianza veterinaria nei confronti della West Nile Disease ha l’obiettivo di evidenziare precocemente la circolazione del virus a livello ambientale, prima della comparsa di infezione/malattia nell’uomo. Ciò al fine di allertare i Dipartimenti Medici e ai Centri Sangue per attivare l’attività di sorveglianza e prevenzione su forme cliniche nell’uomo e sulle donazioni di sangue e organi.

La malattia

La West Nile Disease è una zoonosi causata da un arbovirus trasmesso da zanzare notturne ed aventi per serbatoio diverse specie di uccelli. Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. In generale i serbatoi (reservoir) del virus sono gli uccelli selvatici. Da qui il virus viene trasmesso all’uomo tramite la puntura di zanzare (tipo Culex), che si sono infettate alimentandosi con il sangue di uccelli infetti. Le zanzare sono quindi i vettori della malattia verso l’uomo e altre specie animali, come il cavallo. Bisogna sottolineare che l’uomo e gli altri animali (come il cavallo), dal punto di vista epidemiologico sono a fondo cieco, ovvero non sono in grado di trasmettere l’infezione. Uniche possibilità di infezione (da uomo a uomo), anche se rare, sono con i trapianti di organi, le trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. L’infezione può causare semplice rialzo termico ma anche forme più gravi di encefalomieliti e sintomatologie neurologiche e, in alcuni casi, la morte.

L’attività in Lombardia

La sorveglianza veterinaria, coordinata da Regione Lombardia, con il supporto tecnico scientifico di Izsler, ha lo scopo di fornire le informazioni sull’effettiva circolazione del virus sul territorio, indispensabili ai Dipartimenti Medici e ai Centri Sangue per attivare tempestivamente l’attività di sorveglianza su forme cliniche nell’uomo e di prevenzione sulle donazioni di sangue e organi. Tale attività, che necessita un approccio multidisciplinare, in un’ottica di Salute Unica, mira a verificare la presenza del virus nel territorio attraverso una sorveglianza entomologica (sulle zanzare, vettrici del virus), una sorveglianza su avifauna selvatica (ospite reservoir del virus) e sorveglianza su equidi (ospite sintomatico e occasionale, al pari dell’uomo). Tale sorveglianza si integra con la sorveglianza di forme neuro-invasive (nell’uomo) e la sorveglianza sui donatori (Nat Test).

I risultati

I risultati di tale attività hanno dato evidenza della loro efficacia, garantendo un sistema in grado di fornire dati affidabili al fine di attivare in tempo utile le misure di prevenzione della trasmissione del virus tra gli uomini, in particolare attraverso le trasfusioni. «Non solo è un’attività di ricerca di alto profilo, ma si viene a concretizzare anche quello schema di collaborazione multidisciplinare e multiprofessionale che è uno dei punti qualificanti della riforma della nostra legge regionale sulla Sanità – aggiunge Moratti – grazie, dunque, a tutte le persone impegnate in questa attività di salute pubblica. Anche se si tratta di un’attività avviata da anni, è fondamentale poter contare su unità operative che monitorano quotidianamente, e giocando d’anticipo, potenziali situazioni di criticità».

In prima linea

In Lombardia, infatti, da più di un decennio la sorveglianza nei confronti della Wnd è la prima linea di difesa contro questa malattia virale infettiva, potenzialmente letale per l’uomo. Essa ha lo scopo di guidare e ottimizzare la risposta degli enti sanitari e operatori sanitari, focalizzando gli interventi in aree e in periodi target, anche ottimizzando le risorse economiche. L’affidabilità di tale attività di sorveglianza, che permette di allertare i Centri Trasfusionali solo dopo che è stata confermata la presenza del virus in un determinato territorio provinciale, ha inoltre determinato una riduzione del numero degli esami di laboratorio necessari per verificare lo stato sanitario dei donatori. Annualmente tale attività permette di risparmiare circa 1,2 milioni di euro. Tutta l’attività della sorveglianza veterinaria nei confronti della Wnd è rendicontata in tempo reale e consultabile da tutti online.