Quel bacio può costarvi 3mila euro (se non siete fidanzati stabili)

L'ULTIMO DECRETO DI CONTE... SUL PONTE SVENTOLA BANDIERA BIANCA

C’è molta, molta confusione. In questa emergenza sanitaria mondiale, l’Italia è riuscita a battere alcuni primati (ovviamente negativi) che faremmo bene a tener vivi nella memoria: il maggior numero di decessi (27mila alla sera del 27 aprile) rispetto al numero di malati e di abitanti, il maggior numero di medici, infermieri e operatori sanitari morti (oltre 150 fino a questo momento) rispetto ai malati, a fronte di un lockdown fra i più rigidi rispetto agli altri Paesi europei (e del mondo), considerati ovviamente tutti gli aspetti tecnici, lockdown imposto – fra l’altro – a colpi di decreti (cosa che, secondo diversi giuristi, farebbe pure a pugni con la Costituzione). Ma il primato mondiale è in assoluto quella della confusione: siamo partiti con le mascherine, per approdare subito dopo ai moduli di autocertificazione (e non è finita perché ne stanno partorendo un altro) e alle sentenze di esperti virologi, epidemiologi, infettivologi, ognuno dei quali con una sua verità completamente differente da quella degli altri colleghi (evidentemente hanno studiato in università diverse). Ve li ricordate? Il virus sopravvive pochi minuti, no quasi un’ora, non è vero, resta attivo per un giorno e anche di più, tutte balle perché sopravvive fino a due settimane. E che dire delle distanze? Un metro, due metri, quindici metri... Alla faccia del rigore del metodo scientifico.

E ora il capolavoro: dopo l’ultimo decreto illustrato come di consueto da Conte, che è riuscito a far girare i santi pure ai Vescovi e alla Chiesa, ecco cosa hanno capito i giornali (e quindi la gente). Il Sole 24 Ore (giornale super-autorevole) titola: Coronavirus, chi sono i congiunti che si potranno incontrare dal 4 maggio. Si intendono congiunti anche i fidanzati “stabili”. Stabili??? Ma stiamo scherzando? Cosa diavolo vuol dire “stabile”? Di stabile c’è tutto e non c’è niente nella vita. E siccome il diritto dovrebbe basarsi su un concetto giuridico chiamato “certezza”, come si fa a fare un decreto che lascia tali spazi interpretativi? Stesso tema, trattato contemporaneamente da La Stampa (altro quotidiano super-autorevole): Coronavirus, i fidanzati non sono congiunti: gli amori ancora vietati nella fase 2. Perfetto. E poi giù con altri chiarimenti: Gli incontri devono avvenire sempre nel rispetto delle distanze e con le mascherine. Certo, infatti ve li immaginate due fidanzatini che non si vedono da 62 giorni (segregati in casa con i propri genitori, fratelli e sorelle) che si incontrano e si scambiano un garbato inchino di capo alla giapponese, mantenendo la rigorosa distanza di sicurezza prescritta da Conte, e con la mascherina educatamente calata sul viso? Ma dove vivono quelli che scrivono queste norme? E’ gente normale?

Infine ci pensa l’Ansa, prima agenzia di stampa italiana, a chiarire: Ok alle visite ai congiunti, compresi fidanzati e affetti stabili. I fidanzati sono le persone a cui vogliamo bene. A cui… “vogliamo bene”?? Qui entriamo dritti nella sfera psichica di ciascuno e probabilmente nemmeno Freud sarebbe in grado di stabilire la legittimità o meno di un incontro ai sensi del DPCM del 26 aprile 2020 a firma di Giuseppe Conte.

D’accordo governare è difficile, molto difficile, ma per creare una tale confusione ci vuole impegno, molto impegno. Chissà quale criterio oggettivo applicheranno carabinieri, polizia e finanzieri quando dovranno stabilire se la fidanzata che hanno appena fermato, infervorata dall’imminente incontro con il boyfriend che non vede da 2 mesi, è mossa da un “sincero affetto” per il partner – come prescrive la norma – e ricambiata con un “rapporto stabile e duraturo”. Perché in caso contrario, l’incontro sarebbe galeotto e quindi dovrà essere sanzionato ai sensi del DPCM. Ovvero 3mila euro.

Non siamo ingenui: è evidente che questo decreto ci catapulta nella sfera della responsabilità soggettiva, ma il senso profondo di quest’ultimo DPCM assomiglia ad una bandiera bianca che sventola nella brezza di primavera. Correva l’anno 2020, l’anno del covid.