Busto, Accam: l’alleanza Forza Italia e Pd spacca la maggioranza. Lega nell’angolo

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BUSTO ARSIZIO – Accam incenerisce la maggioranza Lega Forza e Italia e da quelle ceneri, come l’araba fenice, nasce un’alleanza (sul tema inceneritore) tra forzisti e Pd, i quali sostengono in maniera inequivocabile che il termovalorizzatore dovrebbe continuare a “mangiare” rifiuti senza date di scadenza. Cioè per sempre.

Insomma, Lega a favore o Lega contro, al prossimo consiglio comunale lo slittamento verrà votato e dovrebbe passare senza problemi.

Questo è quanto emerso dalla commissione su Accam che si è tenuta ieri sera a Palazzo Gilardoni, durante la quale era presenta il cda per rispondere a tutti i dubbi sul nuovo piano industriale e di fatto “convincere” la Lega che lo slittamento è l’unica strada possibile.

L’asse Forza Italia – Pd

Su Accam Forza Italia e Pd sono perfettamente allineati. Il primo a mettere la carte in tavola è Carmine Gorrasi, che prospetta anche un’apocalisse dei rifiuti con l’eventuale chiusura dell’inceneritore al 2021: «La verità è che qui si parla di chiudere senza valutare le conseguenze. Ovvero che si dovrà conferire altrove, che i costi e l’inquinamento aumenteranno e che senza un inceneritore il rischio è di venire sommersi dai rifiuti. L’attività di Accam deve proseguire».

Anche Valerio Mariani illustra quella che è da sempre la sua posizione su Accam, ovvero che «tra il fallimento e la prospettiva industriale io scelgo la secondo opportunità. Però si faccia un piano industriale serio e quel punto senza scadenze». Posizione che è anche quella del Pd, come ribadito anche da Massimo Brugnone. L’unico punto su cui Mariani si discosta da Forza Italia è sul cda dell’impianto: «Forse a questo punto sarebbe meglio mettere lì un amministratore unico».

Infine il sindaco Emanuele Antonelli, il quale dice: «Non capisco se la posizione contraria della Lega sia ideologica o altro. Accam è una risorsa ed è ormai evidente che buona parte dei problemi derivano dalla composizione societaria. Noi siamo pronti ad acquistare le quote che alcuni Comuni vogliono cedere e anche di quelli che non conferiscono. Così poi possiamo decidere noi cosa fare e sono convinto che con l’intervento anche di un privato Accam diventerà un gioiello».

La Lega più no che sì

Tante domande e altrettante risposte. E’ stato un po’ un match, ma senza tensioni, quello tra Paola Reguzzoni e Laura Bordonaro. Con la la leghista che ha posto parecchie domande e la presidente del Cda che ha risposto praticamente a tutto. Tranne a quella forse fondamentale. Già perché quando Paola Reguzzoni ha chiesto cosa potrebbe accadere se si mantiene lo spegnimento al 2021 e se davvero il fallimento è l’unico scenario possibile, Bordonaro in sostanza non ha dato risposte. Insomma il presidente di Accam non ha certificato in maniera esplicita quanto molti sostengono, ovvero che con lo spegnimento dell’impianto “muore” anche la società. Che per altro resta comunque uno dei possibili scenari.

Insomma la Lega senza quella certezza ha di fatto incassato la libertà di votare contro lo slittamento al 2027 il prossimo consiglio comunale. Anche se non è detto che il voto sarà necessariamente contrario.

E lo si capisce anche dall’intervento di Paola Reguzzoni, la quale sostiene: «Non è pensabile gestire Accam con una compagine societaria che impiega dieci anni per prendere una decisione. La verità è che il piano industriale ancora in essere non sta in piedi perché parecchi soci non hanno conferito i rifiuti. E tra qualche anno, se facciamo slittare la chiusura, saremo ancora qui ad affrontare le stesse problematiche. Accam come sistema societario è già fallito. La soluzione quindi è chiudere, Se non il 2021, poiché potrebbe esserci il rischio di fallimento, che nemmeno noi vogliamo, appena la società va in utile. Ciò significa che il Comune non dovrà prolungare il contratto d’affitto del terreno al 2025». Ovvero una posizione di mezzo: si vada avanti, oltre il 2021, ma non fino al 2027.

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