Francesca Puglisi, vita precaria con ironia al Sociale di Busto

francesca puglisi sociale

BUSTO ARSIZIO – «Ridere di se stessi aiuta a vivere meglio». È la ricetta proposta da Francesca Puglisi in “Ccà nisciuno è fisso” per affrontare l’era della precarietà. Nel monologo che andrà in scena al Teatro Sociale di Busto Arsizio sabato 16 febbraio alla 21, l’attrice di teatro (lavoro precario per eccellenza) racconterà con autoironia e umorismo la sua realtà quotidiana. Ieri, giovedì 7 febbraio, ha presentato lo spettacolo al “Delia Cajelli” insieme ad Antonio Corrado, direttore artistico del teatro, e Danilo Menato di EducArte.

Lo scopo benefico della comicità

«”Ccà nisciuno è fisso” nasce dalla necessità di parlare della mia vita da precaria. Ma è anche una problematica comune: raccontare sia la precarietà lavorativa che quella sentimentale, che riguarda tutti, sarà un modo di abbracciare il pubblico. Per gli attori, poi, è proprio un marchio di fabbrica. Ma ha una parte positiva: spinge sempre a creare, a fare cose nuove. Offre uno stimolo continuo a rinnovarsi», ha raccontato Francesca. E ha aggiunto: «La chiave di tutto sarà l’ironia. Farà sì che gli altri, ridendo di me, possano farlo anche di sé stessi e in questo modo stiano meglio, che è lo scopo benefico della comicità». Volto de “Il terrone fuori sede” e “Il Terzo Segreto di Satira”, a ventidue anni ha abbandonato la facoltà di giurisprudenza per il teatro, entrando a far parte del Piccolo in cui è rimasta per sei anni. Ha anche svelato alcuni particolari del nuovo spettacolo che sta scrivendo: «Sarà dedicato alle mie contraddizioni personali, come quella di essere una femminista convinta e allo stesso tempo un’ottima donna di casa. Sono fatta di tante cose: parti estreme, sfumature. Fanno parte di noi, bisogna accettarle. Sarà un inno all’accettazione di sé».

Oltre i confini di Milano

Tra teatro, web e televisione, l’attrice napoletana preferisce il primo: «Mi piace assai essere elastica e fare quante più cose possibili, ma vengo dal teatro classico. E la comicità televisiva è diversa da quella della Commedia dell’Arte». ”Ccà nisciuno è fisso”, scritto con Alessandra Faiella e finalista nel 2015 al premio “Anima e corpo del personaggio femminile”, si inserisce nel progetto di portare al Sociale, come ha spiegato Menato, «professionisti validi che non trovano posto fuori Milano perché in provincia arrivano solo i grandi personaggi televisivi. L’idea è di proposte di vario genere, con attori sconosciuti al grande pubblico a cui noi apporremo un marchio docg». Sono in arrivo “L’Arlecchino”, una riduzione de “Il fu Mattia Pascal” e, come annunciato da Corrado, un altro lavoro dal gruppo de “Il Milanese Imbruttito” di Germano Lanzoni.

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