Sinti di Gallarate, Romano: «Andremo alla Corte Europea per i diritti dell’uomo»

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GALLARATE – «Nessuna volontà polemica nei confronti della magistratura. Certo, presenterò opposizione contro la richiesta di archiviazione, ma non voglio entrare nel merito della decisione». Pietro Romano, avvocato dei Sinti sgomberati dall’area di via Lazzaretto annuncia: «Presenteremo ricorso sia in sede civile che penale alla Corte Europea per i diritti dell’uomo nei confronti dello sgombero dell’area e di tutto ciò che ne è conseguito». L’azione giudiziaria non si ferma, dunque.

Si va a Strasburgo

Il tribunale ordinario di Busto ha rigettato i due ricorsi presentati da Romano dichiarandosi incompetente: «Ci hanno indirizzato al Tar e al Tribunale Amministrativo Regionale ci presenteremo – spiega – La procura di Busto ha chiesto l’archiviazione della denuncia a carico del sindaco Andrea Cassani e della sua giunta. Denuncia nella quale sostenevamo, e ancora sosteniamo, che abuso d’ufficio c’è stato. Il pm nella richiesta cita il tribunale ordinario. E proprio a questo ci appelliamo noi: il collegio, entrando nel merito in relazione al reclamo urgente discusso l’8 gennaio scorso, sottolinea come non vi sia un provvedimento per lo sgombero dell’area di via Lazzaretto. Cassani, autorizzando l’abbattimento di tre manufatti, ha di fatto sgomberato un’area, mettendo 69 persone, di cui 38 minori, in mezzo a una strada. Non lo dico io: lo dicono i giudici che un provvedimento di sgombero non c’è. Così come viene sottolineato che non è mai stato notificato a ciascuno degli interessati, come da normativa, il provvedimento stesso». L’opposizione alla richiesta di archiviazione sarà sottoposta all’attenzione del gip. «Gli stessi giudici del collegio citano in sentenza casi identici, casi internazionali, dalla Francia alla Russia, identici a quello gallaratese. Li citano per sottolineare come i diritti di questi cittadini gallaratesi debbano essere rispettati. Si va davanti alla Corte Europea per i Diritti umani».

Calcio di rigore

Parasafrando l’ormai celebre «3 a 0» del sindaco Andrea Cassani, a sottolineare le altrettante vittorie soltanto nell’ultimo mese del Comune di Gallarate in tribunale per la questione Sinti, questa volta a Palazzo Borghi non sentono di aver segnato il quarto, ma di avere un calcio di rigore da tirare. La procura, infatti, ha chiesto l’archiviazione (e non è poco), ma ora la parola finale spetta al giudice. Il primo cittadino naturalmente ha appreso con soddisfazione la decisione del pm Nadia Calcaterra e, ancora una volta, si dice convinto che il Comune sia stato in grado di produrre in modo esaustivo tutta la documentazione a supporto delle azioni svolte per lo sgombero del campo nomadi di via Lazzaretto.

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