Aborto, la denuncia dei Radicali: «A Gallarate gli obiettori sono il 100%»

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Gallarate, l'ospedale Sant'Antonio Abate

GALLARATE – Sono cinque gli ospedali della Lombardia in cui abortire non è possibile. «E Gallarate rientra tra questi». A denunciarlo – tramite l’Espresso – è l’avvocato Giulia Crivellini, tesoriera dei Radicali Italiani e candidata a Milano nella lista Majorino. 

Diffida alla Regione

Insieme a Vittoria Loffi, anche lei candidata alle Regionali per il territorio di Cremona e coordinatrice della campagna “Libere di Abortire”, ha presentato una diffida formale alla Regione Lombardia per il mancato rispetto della legge 194. Secondo la loro indagine, al Sant’Antonio Abate gli obiettori di coscienza rappresentano il 100 per cento. «E in altri undici ospedali lombardi l’ottanta per cento dei medici è obiettore e questo significa rendere davvero complicato poter accedere a una interruzione di gravidanza per le donne che si rivolgono a quell’ospedale», spiega Crivellini.

L’aborto in provincia

Nonostante le due candidate sottolineino che per garantire il rispetto della legga tutte le strutture devono offrire la prestazione («Non è più possibile che solo una struttura per Asst garantisca l’accesso alle interruzioni di gravidanza e che le altre adottino di fatto l’obiezione di struttura») va sottolineato all’interno dell’Asst Valle Olona l’interruzione di gravidanza viene garantita da Busto Arsizio con la presenza di medici non obiettori in presidio. In Asst Sette Laghi, l’altra azienda ospedaliera della provincia, l’attività è concentrata a Cittiglio e Tradate, lasciando a Varese i casi più complessi. 

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