Gallarate, Alfa in via Lazzaretto. Ma solo per lavori. I sinti: «Fateci pagare l’acqua»

GALLARATE – I tecnici di Alfa, scortati dalla polizia locale di Gallarate, sono tornati questa mattina, 7 luglio, in via Lazzaretto dove c’è il campo dei sinti. Non per tagliare l’allacciamento abusivo delle famiglie che vivono nelle roulotte, ma per effettuare alcuni lavori di manutenzione straordinaria sul pozzo dell’acquedotto di Gallarate, che si trova proprio di fronte all’area già sgomberata ma rioccupata dai sinti. Che lanciano un appello: «Fateci pagare l’acqua».

L’intervento

Attorno alle 8 di questa mattina l’arrivo delle squadre di Alfa, accompagnate anche da ditte specializzate esterne, che è stato anticipato dalla Polizia locale, per evitare che potessero esserci problemi di ordine pubblico. «Ci hanno avvisato che non sarebbero venuti a tagliare l’acqua» rivela Pino Saccone, uno dei sinti accampati nelle roulotte di via Lazzaretto. Gli agenti della Polizia locale infatti hanno “scortato” uomini e mezzi di Alfa che iniziavano ad intervenire e poi, poco dopo le 8.30, con la situazione nella massima tranquillità, se ne sono andati.

L’appello

Nel frattempo però i sinti rilanciano: «Il contatore c’è, basta prendere i numeri – l’appello di Pino Sacconediteci quanta acqua consumiamo e fatecela pagare. Noi non vogliamo averla gratis, ma l’acqua ci serve per vivere». Una conferma del fatto che da via Lazzaretto non se ne vogliono andare: «Ci dicono che dovremmo comprare un terreno dove parcheggiare le roulotte, ma i miei risparmi li avevo spesi per comprare la casetta che mi hanno demolito dopo lo sgombero. Abbiamo ripreso a lavorare da poco, dopo un anno difficile, e le spese ce le abbiamo anche qui».

La situazione

Nessuna tensione, però, almeno stavolta. Per il momento Alfa non “piomberà” il contatore, in attesa di indicazioni da parte dell’intestatario dell’utenza, che è il Comune di Gallarate. La società di gestione del servizio idrico integrato si è messa a disposizione per tagliare l’allacciamento abusivo, che è attività ordinaria, ma la garanzia dell’ordine pubblico non compete ad Alfa. Il “minimo vitale” di 50 litri al giorno per persona, infatti, può essere garantito in presenza di una regolare utenza, e di una certificazione di stato di famiglia, ed è sottoposto a rigorose norme per contrastare gli abusi.

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