Sinti di Gallarate, Cassani: «Rubare l’acqua è un reato. La legalità va ripristinata»

GALLARATE – «Rubare l’acqua è un reato». Parte da un punto fermo il commento di Andrea Cassani, sindaco di Gallarate, in merito all’intervento (non riuscito) di questa mattina 30 giugno da parte del gestore idrico Alfa che ha provato a togliere l’allacciamento abusivo dei Sinti, tornati con le loro roulotte a occupare l’ex Campo nomadi di via Lazzaretto.

Ci sono le fontanelle

Cassani, soltanto tre settimane fa, aveva vinto la sua battaglia legale ottenendo l’archiviazione proprio in merito a come ha gestito lo sgombero di via Lazzaretto a dicembre 2018. Forte del proscioglimento, non può accettare ora di essere additato come il sindaco disumano che toglie l’acqua alla povera gente. «A queste persone e ai loro figli avevamo messo a disposizione degli alloggi popolari. Sono loro ad aver scelto di tornare in mezzo alla strada per vivere abusivamente, compiendo un furto. In strada, per abbeverarsi, ci sono le fontanelle. Vogliono abitare in una roulotte? E’ una loro scelta: acquisiscano un terreno privato e poi facciano i dovuti allacciamenti come qualsiasi altro cittadino». Non dovrebbe trattarsi nemmeno di un problema economico, visto che «Ci risulta che hanno anche delle proprietà immobiliari».

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Un nuovo sgombero?

Tornando ai fatti odierni, il primo cittadino gallaratese ribadisce: «Rubare l’acqua è un reato proprio come minacciare un pubblico ufficiale, come mi pare sia avvenuto oggi in via Lazzaretto leggendo le ricostruzioni giornalistiche». In merito ai passi che il Comune intende compiere ora, Cassani sembra avere le idee ben chiare: «Il Comune persegue la legalità, non serve molta fantasia per capire come si debba agire. Ci aspettiamo che anche gli altri organi dello Stato – forze dell’ordine, prefettura e tribunale – si adoperino in tal senso».

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