Gallarate, i Sinti di via Lazzaretto: «Cassani blocca l’area. Noi restiamo qui»

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GALLARATE – «Stanno lavorando. Questa mattina (venerdì 20 settembre) c’era un ragno che spostava i rifiuti. Avranno portato via sei camion. Ci sono altri camion che portano il new jersey. Betoniere che cola cemento nelle vasche. Stanno cercando di chiuderci dentro l’area? Bene. Anzi benissimo». Pino Saccone, portavoce, a questo punto, delle sole tre famiglie Sinti che hanno rioccupato l’area di via Lazzaretto, alza la voce anche se sono stati denunciati.

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Da ieri, giovedì 19 settembre, ruspe e betoniere sono al lavoro. E il Comune conferma. «Hanno provato a buttare terra nel fossato per tornare nell’area. Hanno spostato i guardrail e hanno messo delle assi di legno per tornare sull’ex piattaforma»,  spiega direttamente il sindaco Andrea Cassani.  Saccone chiede: «Quanto costerà tutto questo?».  La risposta è pronta: «Con determinazione del segretario generale – spiegano dagli uffici – I lavori sono stati affidati per 4.950 euro». Documenti alla mano siamo lontani da cifre che vanno oltre i 10mila euro. I Sinti, o almeno parte dei Sinti visto che molte famiglie hanno scelto una diversa soluzione, restano dove sono. «Vogliamo soltanto un terreno dove stare secondo la nostra cultura». Ma Cassani non fa un passo indietro. E del resto lo ha sempre detto: «Legalità». Il Comune ha fatto allargare il fossato, ha rinforzato i new jersey per evitare di fare accedere alla piazzola e lungo la strada sono stati posizionati altri new jersey per evitare che altri accedano all’area. «Entrambe le famiglie rimaste hanno alloggi – spiega Cassani – Pino Saccone ha un alloggio di emergenza. L’altra famiglia ne ha acquistato uno ad Albizzate». Il braccio di ferro va avanti. «Noi vogliamo soltanto stare in un’area tutti insieme. Non servono case»

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