Ondata di commozione in memoria di una sindaca

commozione cerini memoria

L’improvvisa scomparsa di Mirella Cerini, prima cittadina di Castellanza, ha suscitato un’ondata di commozione come raramente si riscontra in eventi luttuosi, che non riguardino bambini o vittime di tragiche disgrazie. Ciò che colpisce è infatti la grande partecipazione emozionale seguita alla notizia della tremenda fatalità, un collettivo, diffuso dolore, un senso di smarrimento che, dalle agenzie istituzionali all’ultimo dei cittadini, non solo castellanzesi, sono la certificazione di un unanime cordoglio. Che deriva dall’affetto e dalla considerazione per una donna impegnata nella gestione della cosa pubblica, dalla sua dedizione e dalla sua disponibilità, da quel sorriso contagioso al quale tutti fanno riferimento nel ricordarla, ma che pone un enorme interrogativo sulla nostra finitudine, sugli accidenti che possono interrompere persino una giovane vita fatta di successi e di incombenze in favore della comunità.

Ma non è il caso, né il nostro intento, di filosofeggiare o di perderci nel mare infido della retorica fine a se stessa. Restiamo ai fatti, meglio, al fatto di una morte inattesa che ha sconvolto chiunque ne sia venuto a conoscenza; addirittura il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo messaggio ha posto l’accento sulla fascia tricolore che Mirella Cerini indossava ancora quando è stata ritrovata esamine nel cortile del Municipio. Aveva appena partecipato alle celebrazioni del 25 Aprile, parlando, nel suo intervento, di libertà e antifascismo. Valori ai quali credeva e che, assieme ad altre profonde motivazioni, sostenevano la sua attività pubblica.

Quella fascia riveste ora un forte aspetto simbolico, una testimonianza silente e potente della sua considerazione per l’incarico elettivo che le è stato conferito dai cittadini alle urne. Chi ha avuto modo di frequentarla per ragioni di colleganza istituzionale o professionale ne parla con cognizione di causa, tutti gli altri, anche gli avversarsi, con rispetto.

Quando muore una persona, si è soliti sottolinearne gli aspetti positivi, un modo di fare consueto che nasconde spesso una vena di ipocrisia. Per la sindaca di Castellanza, la partecipazione di popolo al dolore per la sua scomparsa è un argine a qualunque, eventuale e, nella circostanza, inopportuna nota negativa che qualcuno potrebbe fare. Benché in politica non si usino carezze, nemmeno di fronte agli avversari più nobili e riconosciuti. Come ha scritto Andrea Della Bella nel rievocarla su Malpensa24 “in un mandato e mezzo ne ha avute di gatte da pelare alla guida di Palazzo Brambilla.(…) Ma chi per caso ha scambiato quel sorriso per debolezza, nel giro di poco tempo si è dovuto ricredere davanti a una donna resiliente e resistente”

Dire adesso che per Mirella Cerini non è il caso di aggiungere altro è persino ovvio. Ci pare doveroso farne memoria semplicemente con le parole di Mattarella, che valgono più di ogni altro commento, più di qualunque discorso: “La fascia tricolore, che ancora indossava al termine di una pubblica cerimonia, costituisce un simbolo che ne esprime il profondo attaccamento al suo compito e alle istituzioni”. Appunto, cos’altro potremmo dire di più?

commozione cerini memoria – MALPENSA24