Sgombero Sinti a Gallarate, arriva l’archiviazione per il sindaco Cassani

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GALLARATE – A dicembre 2018 il sindaco di Gallarate Andrea Cassani venne denunciato dalla comunità Sinti a seguito dello sgombero del campo di via Lazzaretto e del successivo trasferimento temporaneo in un hotel di Somma Lombardo. Ora, a distanza di due anni e mezzo, il giudice per le indagini preliminari Tiziana Landoni ha disposto l’archiviazione del procedimento, peraltro accogliendo la richiesta del pubblico ministero di Busto Arsizio Nadia Calcaterra.

L’archiviazione del procedimento

Cassani era stato chiamato a rispondere di due reati, l’abuso di ufficio e il rifiuto e omissione di atti d’ufficio. Per quanto riguarda il primo il gip, nel procedimento di archiviazione, ricorda le modifiche apportate dal Decreto semplificazione. Ma anche senza la riforma della legge il sindaco sarebbe stato comunque prosciolto: le conclusioni del pubblico ministero, con richiesta di archiviazioni, sono antecedenti la riforma della normativa. Oltretutto il giudice, entrando nel merito della vicenda, ordina infatti l’archiviazione “per la palese inidoneità degli elementi raccolti a sostenere l’accusa in un eventuale futuro giudizio e non vedendo in rilievo, peraltro, piste investigative utilmente esplorabili”. Sottolinea inoltre la “totale carenza dell’elemento oggettivo” e dei presupposti minimi per ritenere che il sindaco abbia impropriamente utilizzato i poteri a lui attribuiti dalla carica rivestita per perseguire interessi illeciti.

Fango e legalità

E’evidente la soddisfazione a Palazzo Borghi per un esito atteso da oltre due anni. “Chi paga ora per il fango che mi hanno gettato addosso? Ovviamente nessuno”, commenta il sindaco, riferendosi ovviamente al duro scontro mediatico messo in atto dall’allora avvocato dei Sinti Pietro Romano. E continua: “Finalmente arriva a conclusione questa lunga e annosa querelle con la dimostrazione di aver agito correttamente e senza comportamenti discriminatori nei confronti della comunità Sinti che erano stati avvisati per tempo sulla volontà dell’amministrazione di ripristinare la legalità nell’area di via Lazzaretto. Abbiamo agito correttamente in base alla Direttiva Piantedosi: lo dicevamo dal primo giorno e ora anche il giudice stabilisce una vittoria su tutti i fronti”.

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