Busto, rotatoria Coop: Antonelli accusato di abuso d’ufficio. Lo salva la nuova legge

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BUSTO ARSIZIO – «Più di così non si può fare niente, se no mi denunciano. Li ho già tirati sino a Natale…devo cercare di fargli fare i lavori ad agosto, così li faccio impazzire perché vuol dire un altro anno». L’intercettazione in questione è compresa nei fascicoli dell’inchiesta Mensa dei poveri, che nel 2019 portò all’arresto dell’ex Ras di Forza Italia Nino Caianiello.

La rotonda della discordia

busto antonelli accam belloraChi parla al telefono è il sindaco di Busto Arsizio e presidente della Provincia di Varese Emanuele Antonelli (nella foto accanto) che con Mensa dei poveri non c’entra nulla ma che è il “protagonista” di un’indagine per abuso d’ufficio aperta dal sostituto procuratore bustocco Martina Melina. L’oggetto del contendere è la rotatoria Coop su viale Duca d’Aosta. L’accusa rivolta al sindaco è quella di aver ostacolato in ogni modo la realizzazione della stessa, nel tentativo di ritardare l’apertura del supermercato, pur compresa dalle tavole per la convenzione in Comune. Lo riporta oggi, giovedì 4 marzo, il Corriere della Sera in un articolo a firma di Luigi Ferrarella.

La causa civile

Qui siamo in ambito penale, ma la stessa questione Coop l’ha portata in giudizio anche sul fronte civile chiedendo un risarcimento di oltre 5 milioni di euro al Comune e ai vari attori della vicenda tra i quali, naturalmente, il sindaco Antonelli e l’allora vicesindaco e oggi europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri. E se sul fronte penale, grazie al decreto Semplificazione in vigore dal luglio scorso, Antonelli se la caverà, lo scoglio in sede civile appare parecchio più complicato per il primo cittadino.

L’abuso c’è, ma la legge è cambiata

Il pm Melita lo dice chiaramente nella richiesta di archiviazione per le contestazioni mosse al sindaco: Antonelli ha ostacolato in ogni modo la realizzazione della rotatoria, «violando il principio dell’imparzialità nell’agire amministrativo» ma questa condotta «non è più prevista come reato». E questa prova dell’agire del sindaco bustocco, confermata in sede di indagine dall’ex assessore ai Lvaori Pubblici Alberto Riva che sentito dagli inquirenti ha spiegato «il sindaco non voleva che la rotonda venisse realizzata e chiese di trovare un cavillo per rallentarne la realizzazione», potrebbe rappresentare una discreta prova da presentare in sede civile. E del resto anche un geometra del Comune ha confermato che fu il primo cittadino ad ordinargli un sopralluogo per un presunto abuso edilizio tradottosi poi nella presenza di un generatore contemplato dalla convenzione. Oggi dell’inchiesta, grazie al decreto 2020, resta pochissimo. Ma non perché non fu commesso abuso, lo sottolinea l’autorità giudiziaria, ma perché gli strumenti normativi appaiono ormai spuntati.

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