Gallarate, l’avvocato dei Sinti: «Minori al gelo a Capodanno? Denuncio tutti»

GALLARATE – I Sinti di via Lazzaretto al gelo dal 31 dicembre? «Non funziona così. Forse qualche amministratore non conosce sino in fondo le normative. Ci sono 38 minori e 5 anziani: le norme individuano in modo chiarissimo gli enti che devono farsene carico. E’ a questi enti che ho inviato a mezzo Pec una diffida chiarissima a provvedere. Altrimenti mi vedrò costretto a rivolgermi alla competente Procura della Repubblica affinché proceda penalmente nei confronti di tutti gli autori di tali gravissimi comportamenti». Pietro Romano, avvocato dei Sinti gallaratesi sgomberati lo scorso 27 novembre e, ospiti sino al 30 dicembre al Grand Hotel di Somma Lombardo a spese del Comune di Gallarate come da accordo raggiunto con la Prefettura, ha anche individuato in modo preciso quali sono gli enti che «devono obbligatoriamente farsi carico della sistemazione di minori e anziani».

«Pronte le denunce penali»

«Comune di Gallarate, Regione Lombardia e Provincia di Varese – dice Romano – la Pec, in risposta a una lettera inviata dal Comune il 21 dicembre con la quale si ricorda che il 30 dicembre i Sinti dovranno lasciare l’hotel e ci si augura anche che si sia provveduto a trovare una situazione alternativa». La risposta di Romano è chiarissima: «Qui si ignora come funzionano le cose – dice l’avvocato – Ci sono dei bambini. La tutela del minore per la norma è il bene primario. Sono i già citati enti che si sarebbero dovuti attivare, da tempo tra l’altro, per risolvere la situazione dei bambini. La stessa Pec è stata inviata anche al Prefetto di Varese, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro per il Welfare. Sono tutti avvisati: nessuno potrà dirmi «Non lo sapevamo». Ho anche contattato l’assessorato ai Servizi Sociali di Gallarate. L’assessore è in ferie sino al 31, il funzionario responsabile anche, e gli altri funzionari con i quali ho parlato mi hanno detto di non sapere niente della vicenda». Romano non ha intenzione di arretrare di un passo: «Mi auguro che gli enti preposti si attivino e trovino una soluzione entro il 30 dicembre. Altrimenti mi vedrò costretto, mio malgrado, a denunciare tutti alla Procura della Repubblica». Anche se il tribunale ordinario di Busto ha dato ragione al Comune di Gallarate e sulla vicenda pende un reclamo urgente, con udienza l’8 gennaio, presentato da Romano.

Opposizioni in silenzio

La domanda torna: i Sinti il 30 dicembre lasceranno l’albergo? «Chi lo sa – dice Romano – Io mi sono preoccupato, citando tutte le vigenti normative, di avvertire che è tenuto a farlo a individuare in tempi rapidi una soluzione. Soluzione che, in realtà, avrebbe dovuto essere individuata, come è accaduto altrove usufruendo i preposti finanziamenti europei, prima dello sgombero».
E Romano torna anche sul fronte costi sostenuti dal Comune di Gallarate per lo sgombero. «Il sindaco Andrea Cassani ha dichiarato in consiglio comunale che il costo dello sgombero ammonta a 75mila euro. I numeri dicono altro, superiamo, per ora i 125mila euro – spiega Romano – A fronte di una cifra dichiarata che è poco più della metà di quello che, ripeto carte alla mano, è il reale costo dell’operazione le opposizioni sono rimaste in silenzio. Nessuno ha battuto ciglio. Ma del resto non ci ho mai davvero fatto conto, anche se trovo questo comportamento incredibile».

«I conti di Cassani non tornano»

Romano spunta tutte le voci della lista: «Trenta camere per 65 euro al giorno per un totale di 1.050 euro – spiega l’avvocato- 1.950 euro moltiplicati per 30 giorni fa 58.500 euro. Con la delibera 117 del 17 ottobre scorso, inoltre, il Comune ha stanziato altri 49.300 solo per lo sgombero. A questo si aggiunge il contributo di 500 euro per lo stanziamento di 16 roulotte per un totale di 8mila euro, ai quali si sommano i 6mila euro per l’utilizzo delle ruspe. Totale: 125.800 euro. Con l’aggiunta di 5.600 euro per la cena servita in hotel i primi 4 giorni di soggiorno. Restano ancora da calcolare i costi per la bonifica dell’area. Carta canta e io, a differenza delle opposizioni gallaratesi, non resto in silenzio».

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