BUSTO ARSIZIO – «In comuni, a noi confinanti, si uniscono in progetti riguardanti lo sport. A Busto Arsizio non si concepisce il fatto di potersi unire in niente. Neanche fra quartieri. Neanche fra società che utilizzano gli stessi spazi». Lo sfogo “social” dell’assessore allo sport Maurizio Artusa, a commento della notizia dell’accordo tra Arconatese e Villa Cortese per una nuova Academy del calcio giovanile, suona come una reprimenda nei confronti dell’annosa idiosincrasia delle società sportive di Busto Arsizio a fare “squadra” per rafforzarsi e crescere. E fa discutere.
A Busto resistono i campanili
Un “campanilismo” che appare evidente soprattutto nel calcio, dove resistono ancora le “parrocchie” nelle categorie minori, ma anche nella pallavolo, dove solo qualche giorno fa si è sfiorato il clamoroso incrocio in serie A1 di due società di Busto Arsizio, UYBA e Futura, proprio mentre i club di due città più piccole di Busto – Conegliano e Scandicci – si giocavano la finale scudetto. Senza parlare, ad esempio, del pattinaggio a rotelle, con due diverse società che si spariscono la tensostruttura del PalaCastiglioni di via Ariosto. La “sparata” dell’assessore arriva con i complimenti ai “vicini” del Villa Cortese Calcio che stanno facendo «un lavoro encomiabile».
La “lezione” dei vicini di casa
«Se ti dividi pretendi anche di avere le stesse possibilità degli altri – prosegue il post di Maurizio Artusa – la coperta economica del comune rimane sempre la stessa ma con più soggetti che ne diventano “utenti”. Unirsi vuol dire sfruttare le capacità e positività di ognuno, il mondo è cambiato, non siamo più negli anni 80. Piano piano la goccia dovrà scavare la pietra. Mantenere una società sportiva dilettantistica erogando un servizio di qualità vuol dire entrare nel tessuto economico della tua città per cercare sponsor, che non hanno – in alcuni casi – più la forza economica degli anni passati». Non è una novità: già in diverse occasioni pubbliche in passato l’assessore aveva lanciato l’appello alle società a fare rete.