Seprio Park di Gallarate: fu causa temeraria, intervenga la Corte dei conti

GALLARATE – La sentenza che libera Nino Caianiello e gli altri due ex amministratori della Seprio Real Estate, Pierpaolo Ponzone e Michele Orlando, da ogni responsabilità civile circa la costruzione del Seprio Park di Gallarate, azzera di fatto dubbi e perplessità sull’operato del vecchio Cda. L’azione di responsabilità era stata intentata dalla giunta di centrosinistra guidata da Edoardo Guenzani, che eccepiva sulla regolarità delle procedure e sugli effettivi benefici del posteggio multipiano di via Bonomi-via don Minzoni. Per dirla in un altro modo, secondo l’accusa, Caianiello, Ponzone e Orlando avrebbero sperperato denaro pubblico. Ma per i giudici della sezione specializzata in materie di imprese del Tribunale di Milano, non ci furono leggerezze né, tanto meno, dolo. La Real Estate, ora in liquidazione, è obbligata a rifondere le spese e risarcire i membri del Cda.

Risarcimenti a cinque zeri

Soldi che dovrà sborsare l’Amsc, di cui la società era una controllata e, per estensione, il Comune, azionista di maggioranza della ex municipalizzata. Decine dii migliaia di euro, non proprio bruscolini. Qualcosa come 200mila euro. Ragion per cui, Caianiello chiede all’attuale primo cittadino, il leghista Andrea Cassani, di rivalersi sul suo predecessore, cioè Guenzani. E Ponzone invoca l’intervento della Corte dei conti con la motivazione della causa temeraria.
Cassani va però con i piedi di piombo: “Chiederemo agli avvocati, cercando di capire se ci sono margini per avviare una nuova azione giudiziaria. Dobbiamo tenere conto delle spese legali che già dobbiamo affrontare per altre situazioni. Se dovessimo soccombere, sono altri soldi pubblici da sborsare. Insomma, bisogna essere certi che ne valga la pena”.

Ponzone: coinvolte persone perbene

pierpaolo ponzonePierpaolo Ponzone  (foto) esterna la propria posizione attraverso una dichiarazione scritta, inviata oggi, 16 ottobre, in redazione. Eccola: “Sono lieto per l’assoluzione. Avevo già quattro anni fa la coscienza tranquilla consapevole di aver lavorato correttamente nella gestione di una azienda di pubblica utilità insieme agli altri componenti del CdA e sempre nell’interesse della comunità in cui vivo. Ciò non di meno ho vissuto gli ultimi quarantotto mesi con non poca angoscia.
Ritengo l’azione di responsabilità intentata contro gli amministratori di Seprio Real Estate una azione temeraria, palesemente infondata, aggravata dal fatto che proviene da un soggetto istituzionale, collocabile all’interno di un contesto di governo cittadino (2011-2016) imbarbarito sotto il profilo della cultura politica. Lo dico laicamente, da rappresentante della società civile. In questo caso, come il quello dell’altra azione di responsabilità verso gli amministratori di AMSC, sono state coinvolte persone perbene, eccellenti professionisti che come me si sono visti trascinare senza ragione in un percorso giudiziario insostenibile sin dall’inizio e che ha creato a noi solo danni. Bene farebbe la Procura presso la Corte dei Conti a valutare come stati sprecati centinaia di migliaia di euro dei cittadini.
La sentenza del giudice Vannicelli è stata puntuale rispetto alla velleitarietà dell’impianto accusatorio ed alla zoppia giuridica dell’azione di responsabilità promossa da quel Sindaco e dalla sua Giunta.
Devo doverosamente ringraziare molto l’avvocato Mauro Battistella, partner dello studio milanese CMS, e l’avvocato Melissa Cusinatti per l’estrema competenza con la quale hanno seguito questa mia indesiderata avventura giudiziaria”. Ponzone sottolinea infine i danni provocati da questa vicenda giudiziaria: “Sino a ieri pomeriggio mi ha tolto un po’ di salute, danneggiato la mia web reputation, impedito di amministrare aziende pubbliche partecipate dal Comune di Gallarate come anche, in alternativa, di avere ruoli direttivi all’interno di queste. Mi ha precluso la possibilità di essere assunto nel pubblico e nel privato poiché avrei dovuto dichiarare per iscritto di non avere in corso procedimenti civili e/o penali. Mi pare che non si tratti di poca roba”.

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