Serenata a Cassani e corteo per i Sinti di Gallarate: «Ridacci via Lazzaretto»

GALLARATE – «Non ci siamo dissolti negli ultimi 8 mesi- Forse il sindaco Andrea Cassani ci sperava, ma è andata diversamente. Siamo ancora a Gallarate, in mezzo a una strada, noi e i nostri bambini, dal giorno dello sgombero dell’area di via Lazzaretto dove abbiamo vissuto per anni senza creare alcun problema». Pino Saccone, portavoce della comunità Sinti di Gallarate, ha spiegato in poche parole il senso della “Marcia del popolo Sinti” che oggi, sabato 22 giugno, dall’area di via Lazzaretto ha portato in circa 50 partecipanti al corteo sino alla sede del municipio gallaratese di piazza Libertà.

Una serenata per il sindaco Cassani

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Una manifestazione tranquilla, con tanto di serenata al sindaco sotto il balcone municipale che si affaccia sulla piazza alla suono dell’inno del popolo Sinti e Rom e di Bella Ciao, alla quale ha preso parte anche Dijana Pavlović, attrice, ma soprattutto attivista e politica serba naturalizzata italiana, che da anni si batte contro la ghettizzazione del popolo Sinti, che ha parlato di «Buonsenso, quello che Salvini cita tanto spesso. Il buonsenso che dovrebbe spingere il sindaco Cassani a risolvere un problema creato da lui. La comunità Sinti gallaratese ha vissuto per anni in via Lazzaretto senza creare alcun problema. Dopo lo sgombero abbiamo 17 famiglie, con minori, buttate in mezzo alla strada. Di queste 17 famiglie 5 possono contare su un alloggio sino a settembre. E poi?».

Danneggiati tutti i gallaratesi

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Pavlović aggiunge: «Si è creato un problema che colpisce non soltanto la comunità Sinti, ma che ricade su tutti i gallaratesi. Non sarebbe stato meglio permettere a queste famiglie di pagare le bollette arretrate, bollette arretrate che caratterizzano tante famiglie in difficoltà, e consentire loro di restare in via Lazzaretto? Io spero che il sindaco torni sui suoi passi. Quella di oggi è stata una manifestazione dimostrativa, per far sentire la nostra presenza. A settembre, quando non ci saranno più gli alloggi, se una soluzione non sarà stata individuata torneremo e saremo molti di più».

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