Gallarate, sgombero dei sinti avanti piano. Il Comune: “Pronti con le ruspe”

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GALLARATE – Lo sgombero del campo sinti di via Lazzaretto, cominciato ieri mattina 27 novembre, non si è ancora concluso. Nel “villaggio” abusivo di Cedrate restano tutt’ora diverse casette mobili e altrettanto roulotte. Saranno portate via come le altre, già destinate altrove in ottemperanza alla specifica ordinanza municipale, oppure no? La domanda rimane senza risposta, anche se il segretario comunale, Riccardo Nobile, poco prima di mezzogiorno di oggi, 28 novembre, ha improvvisato sul posto una conferenza stampa con l’ausilio del comandante della polizia locale, Antonio Lotito, e dell’ingegnere capo del Comune, Arcangelo Altieri, sotto gli occhi di Pietro Romano, l’avvocato che rappresenta la comunità sinti.

C’è chi resiste

Cosa ha detto Nobile? Che la forza pubblica in giornata toglierà il presidio e, di conseguenza, lasceranno via Lazzaretto anche i funzionari comunali che hanno presenziato allo sgombero, controllando che tutto procedesse senza intoppi. Il punto è che il campo non è libero del tutto, rimangono da spostare diversi container e cassette mobili: c’è chi resiste. Dunque? “Dunque” sono parole del segretario municipale “domani effettueremo i necessari sopralluoghi, pronti a procedere alla rimozione o alla demolizione coattiva se qualcuno non avrà eseguito le disposizioni del Comune”.
Questo il punto. Molte famiglie se ne sono andate, altre sono ancora lì. Prestando orecchio alle indiscrezioni non pare abbiano intenzione di smobilitare. Vero? Falso? Si vedrà.

I dubbi dell’avvocato

Nel frattempo il Comune ha messo a disposizione degli “sfrattati” la tendopoli di via Pacinotti a Madonna in Campagna, rimasta però deserta la scorsa notte. Quest’oggi, soltanto una famiglia ha fatto richiesta di essere ospitata nel rifugio provvisorio che resterà in essere per un mese. Trenta giorni concessi da Palazzo Borghi affinché  gli eventuali occupanti possano trovare un’altra  sistemazione (il Comune offre anche mille euro per i minori e gli anziani). Una scadenza temporale però contestata dall’avvocato Romano: “Le ultime normative, sulla base della direttiva Piantedosi, non stabiliscono alcun termine temporale per l’assistenza a minori e anziani”. Per dirla in un altro modo, il mese stabilito dal Comune non avrebbe alcun sostegno di legge.
Secondo Romano, al quale è doveroso riconoscere il merito di aver lavorato per evitare che la situazione di comprensibile tensione evolvesse in qualcosa di ingestibile, la stima dei costi dello sgombero per le casse pubbliche si aggirerebbe attorno ai 400mila euro. Cifra da verificare, evidentemente.

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