Gallarate “sfratta” 4Exodus da Villa Calderara. «Non ha rispettato gli accordi»

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Villa Calderara, sede di 4Exodus

GALLARATE – La convenzione decennale fra il Comune di Gallarate e l’associazione 4Exodus scadrà il prossimo anno, nel 2023. E non sarà rinnovata. Questa l’intenzione dell’amministrazione del sindaco Andrea Cassani, dopo anni in cui non sono mancati scontri, che viene confermata dall’indirizzo deliberato in giunta. Infatti, si legge nel documento, da Palazzo Borghi si ritiene che la complessiva attuazione dell’accordo «non possa ritenersi complessivamente positiva». Da qui la volontà di destinare Villa Calderara (dove ora la cooperativa sociale di don Antonio Mazzi porta avanti il suo lavoro) «ad altre attività in fase di valutazione».

Convenzione e obblighi

Dall’inizio. Tra il Comune di Gallarate e la Fondazione Exodus è stato sottoscritto un accordo di collaborazione, attivo dal 10 ottobre 2013. Secondo la convenzione, Villa Calderara – immobile ricevuto dall’ente locale con lascito testamentario che ne prevede la destinazione a pubblica utilità – è stata concessa in uso a titolo oneroso alla Fondazione. Che «doveva realizzare i lavori di manutenzione e ristrutturazione – recita la delibera – diretti al ripristino funzionale dell’edificio in tre fasi, distinte secondo un cronoprogramma di massima che ne quantificava il valore complessivo presunto in 458mila euro». Interventi che «dovevano essere individuati in un progetto da sottoporre all’approvazione della giunta comunale».

I tempi

Non solo, nell’accordo è inoltre previsto «il pagamento da parte del concessionario (4Exodus, ndr) di un canone concessorio di 32mila euro annui, soggetto ad aggiornamento pari al 75% Istat». Sulle tempistiche, invece, la durata dell’accordo è stabilita in 10 anni dalla sottoscrizione. Ed è rinnovabile per un ulteriore decade. Cosa che non avverrà l’anno prossimo, quando il 9 ottobre 2023 scadrà l’accordo stipulato dall’amministrazione dell’ex sindaco Edoardo Guenzani.

La decisione del Comune

La decisione dell’attuale governo gallaratese si basa sul fatto che «la complessiva attuazione dell’accordo, anche a seguito dell’esame di relazione in atti da parte delle strutture comunali competenti, non possa ritenersi complessivamente positiva, sia in ordine ai profili tecnici che in ordine agli esiti delle attività di progettazione sociale». Ecco perché verrà dato indirizzo agli uffici di escludere il rinnovo della concessione, «intendendo destinare l’immobile ad altre attività in fase di valutazione».

«Mai trovato un accordo»

Dal canto suo, interviene il responsabile della cooperativa sociale 4Exodus, Roberto Sartori: «Va benissimo se il Comune ritiene che la soluzione sia non rinnovare la convenzione. Da tempo la Villa non viene utilizzata, perché non abbiamo mai trovato un accordo generale con l’ente locale. Sarà poi la Fondazione, quando avrà qualche dettaglio in più, a dire la sua».

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