Il docente gallaratese Stefano Motta racconta il dramma dei desaparecidos

gallarate docente stefano motta

GALLARATE – I “voli della morte” e il dramma dei desaparecidos nel nuovo romanzo di Stefano Motta (nella foto).  Con Habeas Corpus-I voli della morte sotto la dittatura di Videla (Edizioni del Faro, 144 pagine) Motta, che insegna lettere all’Istituto Aeronautico “Ferrarin” di Gallarate e all’istituto aeronautico “Città di Varese” è scrittore e saggista e Membro della Giuria Tecnica del “Premio Letterario Internazionale A. Manzoni”, si immerge in una delle pagine più buie della storia del Novecento con un romanzo inatteso e durissimo, di difficile ma necessaria lettura.

Il bene e il male faccia a faccia

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Nella foto lo scrittore, saggista e docente Stefano Motta

Lo si intuisce sin dall’attacco del primo capitolo, ma ci vuole qualche pagina per rendersi conto di quel che sta dicendo la voce narrante: l’apparente banalità con cui uno dei due protagonisti, un sottoufficiale dell’Esma – la Escuela Mecánica de la Armada di Buenos Aires – racconta il suo lavoro è dolorosa più del peggiore sadismo. L’altra voce, che si alterna nei capitoli pari, è quella purissima e a tratti ingenua di Alice Domon, “suor Cathy”, e per tutto il romanzo si spera che l’immagine bellissima della copertina non sia il presagio inevitabile di una fine che purtroppo i libri di storia ci hanno già raccontato.

Il dramma dei desaparecidos

Ma la sera del 14 dicembre 1977 Alice Domon scompare, gettata da un aereo nell’Oceano Atlantico insieme con le fondatrici delle Madres di Plaza de Mayo. Gettata viva. Tra il 20 e il 29 dicembre il mare restituisce sulle spiagge alcuni corpi, che vengono frettolosamente seppelliti. Solo nel 2005 verranno identificati come quelli delle compagne di suor Alice e nell’agosto dello stesso anno il cardinale Jorge Mario Bergoglio autorizzerà il parroco di Santa Teresita, la località costiera del rinvenimento, a celebrare finalmente il funerale di queste donne. Il corpo di Alice Domon non è mai stato ritrovato.

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