Il prevosto di Gallarate: «Il nostro patrimonio immobiliare per chi non ha una casa» 

Gallarate emergenza casa prevosto

GALLARATE – I cristiani «vivono i problemi come sfide». E così monsignor Riccardo Festa, prevosto di Gallarate, questa mattina 25 luglio durante la messa solenne per il patrono San Cristoforo ne ha lanciate due contro «l’emergenza educativa e l’emergenza casa». Due «avventure», le ha definite, per contrastare quella sensazione di declino della società.
«Le nostre parrocchie potrebbero essere tentate di lasciarsi andare per un senso diffuso di decadenza. Queste parrocchie vengono invece rigenerate e rinnovate dalle esperienze che ci vengono a provocare e che non ci permettono di piangerci addosso».

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Emergenza casa 

La questione abitativa, ha sottolineato il prevosto, è sotto gli occhi di tutti e non si può più ignorarla. C’è chi è stato sfrattato, chi una casa non ce l’ha, chi non riesce a mantenerla, chi è inserito in un progetto di recupero e ancora non è nelle condizioni di pagare un affitto. E poi ancora ci sono le mamme sole, i papà separati, i rifugiati di guerra, i disabili ormai grandi che devono imparare a vivere senza i genitori e «gli insegnanti che vengono qui per una supplenza e cercano di non disperdere tutto lo stipendio per la casa». Don Festa fa sapere che la comunità cristiana vuole fare la propria parte e dopo il progetto di Sant’Erurosia è pronta a compiere un ulteriore passo: «Siamo come parrocchie meno attrezzati, ma la questione ci riguarda. Stiamo facendo una verifica del patrimonio immobiliare e cercheremo di destinarlo con criterio. Metteremo a disposizione tutto quello che abbiamo. Ascolteremo i servizi sociali, le cooperative e gli esperti per provare a far incrociare risorse e attese. Ci mettiamo entusiasmo, non vogliamo che i talenti rimangano sottoterra. Vogliamo rischiare con soluzioni innovative per dare un servizio alla città, vogliamo essere pionieri per esplorare nuove possibilità». 

Emergenza educativa

La seconda emergenza è educativa e nasce dai dati del Consultorio decanale per la famiglia. Prima del Covid avevano in carico 50 adolescenti, mentre ora sono 500, «tutti con patologie più gravi». Ha spiegato il monsignore: «Loro si occupano della parte clinica, mentre a noi parrocchie chiedono di promuovere ambiti nuovi di incontro dove i ragazzi possono essere inviati per rigenerare relazioni vitali. Ci vuole un progetto, ci dobbiamo pensare, qualcosa abbiamo già fatto e abbiamo dei talenti da investire. Uno di questi è l’oratorio: ha credibilità sociale, ha le strutture e una cultura educativa» 

Accogliamo l’invito 

Come tradizione impone, durante la celebrazione il sindaco Andrea Cassani ha consegnato a monsignor Festa i ceri in segno di dono da parte dell’amministrazione comunale. Al termine della messa ha commentato le sue parole: «Nella sua predica ha ricordato come purtroppo siamo sempre più in difficoltà a livello di società e di valori e come il susseguirsi di emergenze ci faccia perdere di vista tanti altri problemi. Come amministrazione, sull’esempio di ciò che fanno la Chiesa e la comunità pastorale, accogliamo l’invito ad aiutare ancora di più i fragili e soprattutto i bambini in difficoltà».

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