«Troppe criticità». Anche Legambiente Gallarate boccia l’ospedale unico

GALLARATE – Il consumo di suolo che «riveste carattere di estrema importanza» e il traffico veicolare che «va descritto in tutta la sua complessità». Ma anche il dibattito pubblico che «è senza giustificazione averlo evitato». Fino alla questione trasporto pubblico, «che andrà potenziato», e al fatto che «va evitata da subito la creazione di enormi spazi vuoti». Legambiente Gallarate, concluso il periodo utile per le osservazioni alla Vas dell’ospedale unico, «informa di aver inviato a Regione Lombardia la propria contrarietà all’opera, esponendo alcune criticità ambientali e sociali».

Il testo

Ecco il testo integrale di Legambiente Gallarate, che contesta il progetto dell’ospedale unico:

Concluso il periodo utile per le osservazioni alla VAS dell’Ospedale Unico Legambiente Gallarate informa di aver inviato in Regione la propria contrarietà all’opera, esponendo alcune criticità ambientali e sociali.

La prima osservazione ha riguardato l’assenza del Dibattito Pubblico , ora regolamentato dalla legislazione italiana. E’ quindi senza giustificazione l’averlo evitato: un’assenza che tradisce il timore della Regione di misurarsi con la cittadinanza, un netto rifiuto alla partecipazione e alla condivisione delle scelte. Le deroghe deliberate dagli Enti deputati non sfuggono a questo principio basilare. Eppure il Dibattito Pubblico era stato più volte sollecitato sia da partiti politici che da varie associazioni. L’averlo evitato è la dimostrazione che Regione Lombardia è incapace di affrontare un dibattito aperto. Infatti la gente è assai scontenta della Sanità pubblica e con chiunque se ne parla tutti mettono in rilievo la triste decadenza attuale. Regione però blandisce l’opinione pubblica con buoni propositi e vaghe promesse.

La finalità del nuovo ospedale è dotare il territorio di strumenti all’avanguardia. Benissimo. Questo fa piacere. Ma è sufficiente entrare nel pronto soccorso per accorgersi che le cure primarie ed essenziali spesso non sono a portata di mano. Se da una parte è comprensibile la richiesta di modernizzazione, dall’altra i cittadini lamentano un pauroso degrado dell’offerta di servizi sanitari ed il timore di non poter ricevere le più semplici cure. A volte entrare in un Pronto Soccorso sembra davvero di varcare la soglia di un lazzaretto, sprofondando all’indietro di qualche centinaia di anni. Per rendersene conto è sufficiente averne esperienza diretta.

Andiamo oltre. Il consumo di suolo riveste carattere di estrema importanza, ma nel caso in oggetto la situazione è ancora più grave, in quanto trattasi di cementificare terreno tra le due città provocando la definitiva conurbazione di un ambito estremamente urbanizzato e bisognoso di tutela sanitaria verde, ossigenante.

Un’altra nostra osservazione riguarda il traffico veicolare , rendicontato nella VAS solo nelle vicinanze dell’ospedale e che invece va descritto in tutta la sua complessità. L’ospedale unico deve servire l’intera area sud della provincia di Varese, un’estensione geografica fortemente antropizzata, pertanto la rendicontazione presentata nella VAS è inadeguata. Si chiede di considerare in primo luogo la 336. Da Somma Lombardo questa è la via più veloce e la più frequentata per Busto Arsizio. Inoltre 336 è la via prioritaria per Malpensa, il cui Masterplan è ora in valutazione per l’aumento del traffico sia merci che passeggeri. Segnaliamo anche l’intasamento di alcune vie di Gallarate in direzione Busto. Eppure siamo ancora lontani dal traffico del periodo pre-Covid: come mai la gente non usa l’auto come prima? Per accorgersene basta osservare il parcheggio dell’area mercato di Gallarate. Una volta era impossibile parcheggiare, ora più di metà dei posti rimangono liberi, al pomeriggio sono quasi tutti vuoti. Perché? Legambiente ne chiede il motivo e segnala l’obbligo di tener conto anche di questo fattore per la VAS dell’ospedale unico. Forse molti posti di lavoro sono scomparsi, ma se riprendessero, come auspichiamo?

Legambiente evidenzia che il nuovo ospedale si trova in periferia e presenta estrema povertà o inesistenza di trasporto pubblico, che andrà potenziato. Al contrario il S. Antonio Abate è raggiungibile a piedi dalla Stazione di Gallarate, destinazione d’arrivo di molti servizi pubblici.

Infine va evitata da subito la creazione di enormi spazi vuoti. Già oggi si verificano problemi sociali nei reparti abbandonati dell’ospedale S. Antonio Abate, che richiama i senzatetto e sta per diventare un interessante dormitorio illegale. Anni fa venivano utilizzati solo i sotterranei, ora sono a disposizione interi reparti chiusi alle cure mediche. L’apertura del nuovo ospedale comporterà inevitabilmente il trascorrere di diversi anni durante i quali la perdita progressiva di spazi utilizzati dai servizi pubblici provocherà problemi di ordine sociale. Che farne? Si continua a rimandare la risposta, contando su grandi risorse finanziarie in realtà inesistenti. Ma il futuro dell’ospedale di Gallarate va descritto ora, nella VAS dell’ospedale unico.

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